Parco della Pace, Possamai (PD) contrario a cambio nome: simboleggia battaglia vinta dai vicentini

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Giacomo Possamai, capogruppo Pd in regione Veneto
Giacomo Possamai, capogruppo Pd in regione Veneto

“È surreale che la maggioranza pensi di cambiare nome al Parco della Pace, giustificandosi con la necessità di trovare ‘qualcosa’ di più attinente con la città. In realtà fanno un torto proprio alla storia recente di Vicenza: quell’area nasce dalla battaglia pacifica dei vicentini contro la nuova base militare. È un nome con un valore simbolico forte, legato a una mobilitazione popolare durata anni, che ha portato a ottenere dallo Stato la concessione di una parte dell’ex aeroporto per realizzare un grande parco urbano, durante l’amministrazione Variati. La giunta Rucco anziché giocare a Scarabeo con i possibili nomi del parco, dovrebbe preoccuparsi e lavorare per renderlo fruibile in tempi rapidi rispettando il cronoprogramma, anziché perdersi in discussioni francamente ridicole”. Così il capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale, il vicentino Giacomo Possamai interviene sulle polemiche legate alla modifica del nome dell’area di 630mila metri quadri acquisito in concessione dal Comune nel 2011, con sindaco Variati e poi passato definitivamente dal Demanio alla città sei anni dopo, nel 2017. “Definire la pace come un tema ideologico o divisivo è semplicemente assurdo. Non stiamo parlando di un parco dedicato a un pericoloso sovversivo o a una figura controversa; eppure fin dal suo insediamento la maggioranza tira fuori periodicamente la questione, dopo aver promesso stravolgimenti al progetto originario, frutto di un importante percorso di partecipazione, per fortuna mai realizzati”.

“E proprio in nome della partecipazione – aggiunge – è impensabile che sia una singola parte politica o anche la commissione Toponomastica a decidere un eventuale cambio di intitolazione: nel malaugurato caso che il sindaco Rucco, finora silente, volesse proseguire su questa linea è giusto che siano i cittadini a scegliere con una consultazione popolare”.