Sono iniziati ieri i lavori al Parco della Pace – è scritto in un comunicato dei Consiglieri comunali di Da adesso in Poi Giovanni Selmo e Sandro Pupillo – una giornata che il Sindaco Rucco ha giustamente definito “storica”: l’amministrazione eredita grazie al lavoro della scorsa amministrazione e dei cittadini vicentini un progetto che creerà, in uno spazio da sempre abbandonato, uno dei più grandi parchi urbani italiani. 650mila metri quadrati, 10 mila alberi e piante di diversa specie, 60 mila metri quadrati di canali… un sogno che la Città si è guadagnato nel tempo, fatto che aggiunge ricchezza alla storia del Parco.
Ora, naturalmente, il Sindaco Rucco si trova a inaugurare l’opera, e per l’occasione ha ribadito che “entro i prossimi mesi” (settembre? Ottobre?) verranno concordate le modifiche al progetto Esecutivo. Non è dato sapere se tali modifiche saranno spinte – per non dire esasperate – fino al limite massimo del 15 %, puntando a creare un Polo della Protezione Civile a Sud “da candidare a uno dei 4 Hub in programma dalla Regione Veneto” – con tutti i problemi che tale Polo potrebbe causare all’ambiente e alla viabilità.
Troviamo strano che tutti questi annunci per ora rimangano ancora solo idee, addirittura con le ruspe finalmente in azione e il progetto esecutivo approvato e finanziato nel rispetto di un Protocollo d’Intesa che sancisce per l’area un vincolo di funzione “ricreativa e ambientale”. I dubbi rimangono, vista la conclamata fragilità idrogeologica dell’Area. A lavori iniziati il Sindaco non è stato in grado di fornire uno straccio di prospetto sulle modifiche.
Come se non bastasse, anche nel giorno dell’inizio dei lavori, prosegue la diatriba con il suo Assessore riguardo la Pista da volo all’interno del Parco, uno dei punti elettorali di Rucco da lui stesso – per fortuna – sconfessato, ma che resta sempre un obiettivo reale dell’Assessore alle infrastrutture. Quando avremo la parola fine su questo progetto d’eccellenza? Una cosa deve essere chiara a Sindaco e Assessore: le modifiche non possono in alcun modo snaturare l’anima di quello che è e deve rimanere un parco, come da Protocollo d’Intesa.