Su Parco della Pace l’ex assessore alle Infrastrutture del Comune di Vicenza, Mattia Ierardi, ha replicato all’attuale governo cittadino. Dichiarazioni che arrivano tramite Il Giornale di Vicenza dopo che nei giorni scorsi il neo eletto sindaco, Giacomo Possamai, e l’assessore Leone Zilio, delegato proprio all’area verde cittadina, hanno compiuto un sopralluogo.
A ViPiù, in quella occasione, i due amministratori erano stati critici sulle condizioni in cui hanno trovato il parco. Possamai aveva detto: “Oggi, la grande questione è il tema della gestione dell’area: qui si parte da zero“, richiamando inoltre le dichiarazioni rilasciate in campagna elettorale da Rucco e i suoi circa una imminente apertura (leggi qui).
Essendoci occupati della questione, riportiamo ai nostri lettori, dunque, le dichiarazioni di Mattia Ierardi a GdV. “Partiamo da un presupposto – ha detto l’ex assessore – sono stati 5 anni di cantiere con una bonifica bellica da rimediare, perché ricordiamoci che dopo che erano stati spesi 1,7 milioni di euro, abbiamo dovuto spenderne altri 600 mila perché abbiamo trovato una montagna di bombe e qualche responsabilità chi c’era prima forse dovrebbe assumersela.
Poi, c’è stata una serie di difficoltà tra cui i ritrovamenti archeologici, il Covid, la bolla dei prezzi. Per far capire che non si è perso tempo – ancora Ierardi –: gli spazi verdi sono finiti, eccezion fatta per il giardino centrale, dove è stata fatta una scelta, ossia togliere il cemento per lasciare spazio alle famiglie. È contestabile politicamente? Ognuno ha le proprie idee”.
E ancora: “Dicono anche che non è stato fatto lo sfalcio, ma forse dovrebbero studiare come funziona. Se piove e fa caldo, l’erba cresce in velocità. Quindi in un parco naturalistico è inutile continuare a fare tagli finché non lo apri”.
Sulla gestione di Parco della Pace, Ierardi ha poi puntualizzato: “Ho sempre detto che l’apertura sarebbe stata parziale per usare le aree verdi e la gestione transitoria, perché non si può pensare di pianificare una gestione completa sotto l’aspetto economico e tecnico di un parco, finché il parco non è finito. Il Comune ha vari appalti per apertura e vigilanza dei parchi. Bastava prenderne uno che ha la capienza e fare un ampliamento temporaneo. Le soluzioni c’erano”, ha concluso.