Parco Querini, Romana Caoduro: il punto di vista di Civiltà del Verde sul progetto di recupero delle serre

370

Il Parco Querini è un gioiello della città, un parco storico ricco di natura e di cultura, un monumento importante e irrinunciabile per Vicenza. Al suo interno ci sono le serre, componente importante dei giardini storici, uniche a Vicenza , ornamento del Parco e macchina produttiva complessa e sofisticata. Fragili come lo sono tutte quelle strutture che sono costruite di materiali leggeri: vetro, ferro, legno (foto d’arcivio con Romana Caoduro, presidente di Civiltà del Verde).

Civiltà del Verde da tanto sta pensando a queste serre, nel timore (sempre più concreto) che l’abbandono le cancelli in maniera definitiva (negli ultimi anni hanno subito danni immensi) e che progetti impropri per un luogo di questa importanza monumentale, proprio come quello portato avanti dall’Amministrazione comunale, le banalizzino facendole diventare tutt’altro rispetto alla loro natura.
Per conoscere l’essenza delle serre e la storia stessa del parco abbiamo richiamato l’attenzione di studiosi ed esperti (ricordiamo l’importante convegno del 2002). Grazie al loro contributo sono state studiate e si sono indicate le linee guida per il loro recupero: un recupero rispettoso dei manufatti, che ne conservasse il valore come documento storico monumentale e come quinta scenica del giardino. Per non lasciarle nell’abbandono ci simo adoperati per produrre un progetto di recupero museale e didattico di tutte le parti che le compongono aggiungendo anche un piccolo spazio ristoro, un piccolo bar, che il Comune ha voluto che venisse ampliato, ma un compromesso ancora rispettoso. Il progetto è poi stato donato al Comune (2012), approvato dalla Soprintendenza e dalla Giunta Comunale (2013). Un progetto preliminare, bisognoso di perfezionamento, come lo richiede la procedura, ma un buon progetto.
Tre anni trascorsi senza fare nulla. Così per dare nuovo impulso e smuovere lo stallo Civiltà del Verde ha partecipato al Bilancio Partecipativo (bando 2016) candidando uno stralcio di questo progetto. I cittadini l’hanno votato (più di 600). E’ risultato il secondo più votato e dunque candidato al proseguimento. Ma che fine ha fatto?
Ce lo ritroviamo a distanza di poco più di un anno inserito nel cosiddetto Bando delle Periferie. Il Parco Querini cuore verde del Centro Storico assimilato a un pezzo qualunque di periferia! Finanziato! Soldi per un progetto che stravolge il precedente, ma soprattutto stravolge le serre, la loro storia e il loro senso d’esistere: un edificio costruito tutto attorno alla struttura del punto ristoro che usa le serre per giustificare la sua presenza in un parco storico, vincolato, nel quale tutto questo non sarebbe mai potuto essere.
Con questa conferenza stampa e con le iniziative culturali che metteremo in atto, ma anche legali, vogliamo dire ai tanti cittadini che ci hanno sostenuto che noi con il progetto dell’Amministrazione non abbiamo nulla a che fare. Non è quello che abbiamo presentato, discusso e visto approvare dalla Soprintendenza. Non è quello presentato per il bando del Bilancio partecipativo. Il nostro progetto è stato usato per fare altro, per fare qualche cosa che noi riteniamo danneggi il parco e che per questa ragione noi possiamo condividere in alcun modo.
Il Parco Querini è un bene monumentale unico che appartiene alla storia della nostra città. Per questo chiediamo alla Amministrazione il coraggio di discutere con la città, con i cittadini i progetti di questa portata e l’intelligenza e l’umiltà di confrontarsi con esperti, così come abbiamo fatto noi, che possono dire qual è la via giusta per operare in contesti di questa importanza e delicatezza.
La storia di Parco Querini e delle sue serre è una storia, delle tante che conosciamo, di spreco. Lasciarle deperire è uno spreco. L’aver calpestato il nostro progetto è uno spreco. L’aver preso in giro i cittadini coinvolti nel bando del Bilancio partecipativo è uno spreco. L’aver sottratto soldi alle periferie è un enorme spreco. L’aver affidato un incarico a professionisti indirizzati dall’Amministrazione comunale a progettare qualche cosa di sbagliato, averli pagati per questo è un spreco.
Con questa nostra azione diciamo che lo spreco deve finire. Subito. Per le serre noi riteniamo che sia il caso di ritornare sui nostri passi e riprendere il discorso là dove era stato lasciato nel 2013 con un progetto di restauro vero, discusso e condiviso dalla Soprintendenza, approvato e fatto proprio dall’Amministrazione comunale che oggi troviamo incomprensibilmente stravolto.

Romana Caoduro
Civiltà del Verde