Parità retributiva di genere anche in Veneto, Vanessa Camani (PD): un Registro per imprese virtuose, benefici economici e premialità nei bandi

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Parità retributiva di genere
Parità retributiva di genere

“La disuguaglianza di genere continua a pesare in modo grave su molti settori. Con il nostro Pdl abbiamo deciso di focalizzarci sul lavoro perché storicamente è un elemento strategico per l’emancipazione. Dobbiamo riprendere il filo interrotto dalla pandemia, i cui effetti distorsivi possono durare anni, proprio quando il Veneto e l’Italia stavano cercando di recuperare parte del terreno perduto”.

Vanessa Camani, vicecapogruppo del Pd In Consiglio regionale del Veneto
Vanessa Camani, vicecapogruppo del Pd In Consiglio regionale del Veneto

A dirlo la vice capogruppo Camani, presentando il Progetto di legge  ‘Disposizioni per la promozione della parità retributiva tra donne e uomini e il sostegno all’occupazione femminile stabile e di qualità’, di cui è prima firmataria e sottoscritto anche da tutti i colleghi del gruppo (Giacomo Possamai, Anna Maria Bigon, Francesca Zottis, Jonatan Montanariello e Andrea Zanoni).

Quattro le azioni principali inserite nel Pdl: “Abbiamo previsto l’introduzione di un Registro regionale delle imprese virtuose in materia retributiva di genere: crediamo sia giusto favorire quelle aziende che rendono conoscibili i dati sull’occupazione femminile, dalla tutela della maternità alle iniziative per conciliare tempi di vita e di lavoro. Il Registro deve diventare lo strumento attraverso cui la Regione costruisce un sistema premialità anche in termini di benefici economici e per la partecipazione ai bandi. Viceversa questo progetto di legge prevede l’esclusione da qualunque beneficio regionale per tre anni dalla pubblicazione della sentenza, per i soggetti condannati per licenziamenti illegittimi e dimissioni in bianco. Gli altri obiettivi sono la costituzione di Reti di imprese che si distinguano per il perseguimento delle politiche di genere e la realizzazione di campagne di formazione e informazione per la promozione della parità tra donne e uomini rivolte sia alle imprese che alla cittadinanza, per contrastare la cultura discriminatoria”.

“Crediamo sia un progetto di legge necessario, anche perché i numeri parlano chiaro: il tasso di occupazione in Italia è fermo al 53,1, solo la Grecia fa peggio, il Veneto è attorno al 58%, ma la media europea è del 68%. Secondo Eurostat nel settore pubblico la disparità salariale tra donne e uomini in Italia è del 3,7%, ma nel privato arriva addirittura al 19,6%, sulla base di dati Inps, invece a venti anni dalla nascita di un figlio, la retribuzione può essere più bassa del 12% rispetto a chi non l’ha avuto, a testimonianza delle difficoltà di conciliare i due ambiti. In Veneto continua a essere rilevante il divario nelle posizioni apicali e relativo reddito: ogni 100 dirigenti 57 sono maschi e, a parità di mansioni, lo scarto salariale mensile varia da 150 a 420 euro. Distanze che crescono con l’avanzare dell’età, perché le donne non sono messe nelle condizioni di avere la stessa progressione di carriera.  Ancora, all’aumento dell’impegno lavorativo, non corrisponde un’equa suddivisione dei compiti domestici: nelle coppie dove entrambi hanno un’occupazione, il 68% del peso ricade sulle donne. Inoltre una su cinque perde il lavoro dopo la nascita del primo figlio, o perché rinuncia o perché licenziata. Si tratta, purtroppo, di una fotografia in qualche modo ottimista, perché con il Covid il quadro è peggiorato, sono aumentate le disuguaglianze ed emerse nuove fragilità dovute alla maggiore precarietà dell’occupazione femminile. I dati di Veneto Lavoro testimoniano un netto aumento dell’inattività, ovvero di chi non cerca più lavoro”.

“Questo Pdl  – ha aggiunto in chiusura – non è un’iniziativa estemporanea, ma coerente con la legge nazionale sulla parità salariale nazionale che ha avuto il primo ok in Commissione alla Camera, in linea con le indicazioni italiane ed europee del Pnrr sulla riduzione del ‘gap di genere’ e con quanto emerso durante l’ultimo G20, con il summit  Women 20 che si occupa di uguaglianza di genere e che ha individuato la questione della parità nel mondo del lavoro come strategica per il rilancio”.