Di tante passioni, interessi, fissazioni non conosco il principio, ma il momento in cui ho deciso che avrei voluto diventare giornalista lo ricordo come se fosse ieri. Era il periodo in cui, alla scuola primaria, ci cimentavamo con i primi temi. La mia maestra di italiano si assentò e venne una supplente. Stregata dalla passione di cui mi riempiva quell’attività nuova per me che era lo scrivere, andai alla cattedra a farlo correggere. Lo lesse tutto d’un fiato, mi guardò e mi disse: «Da grande vuoi fare la scrittrice?» Io risposi: «Voglio fare la giornalista».
Non ho mai cambiato idea, né avuto la fase “parrucchiera” o “dottoressa”. Da quando ho imparato a raccontare sulla carta non ho mai perso la poesia del trasformare i pensieri in parole. E tutt’ora, la scrittura, è l’unica cosa che mi fa sentire veramente a casa nel mondo e in me stessa.
Se dovessi dire che il percorso per diventare giornalista è facile mentirei. Alla fine del liceo che ho frequentato a Crema, dove sono nata, mi sono iscritta a Filosofia a Torino. C’era chi mi consigliava “Scienze della comunicazione” come primo step formativo per diventare giornalista, ma negli anni ho confermato la scelta fatta. Giornalismo e comunicazione sono due mondi molto distanti e la filosofia, che è sempre stata una mia grandissima passione, mi ha dato gli occhiali per guardare il mondo. Dopo la laurea in filosofia ho scelto la magistrale in Editoria e Giornalismo a Verona, nella convinzione di voler completare il mio percorso accademico e universitario con altri due anni prima di pensare a un master. Per quanto riguarda il giornalismo, infatti, sono molto più numerosi i master e le scuole di giornalismo che i percorsi di laurea.
A Verona, nonostante l’amarezza di aver frequentato la magistrale quasi interamente in Didattica a Distanza, ho iniziato effettivamente a mettere le mani in pasta. Ho collaborato con una testata online coprendo diversi eventi e manifestazioni, soprattutto culturali, in città. Ricordo un giorno, in particolare, in cui ero nella piazza davanti all’Arena e mi sono proprio detta che la vita è qualcosa di incredibile. E io ero la bimba introversa, timida da far paura, tendenzialmente muta. La ragazza che ha passato l’adolescenza a nascondersi tra le parole e a ritrovarsi in pochi momenti spesi per gli altri. Da quel momento si è chiuso il cerchio, almeno in me, nella rinnovata conferma di voler diventare giornalista. Gli unici limiti che esistono sono davvero solo quelli nella nostra testa.
Mi sono laureata il 5 luglio scorso e il 12 ero a Bruxelles per un’esperienza di tirocinio in video-giornalismo nelle istituzioni europee. A Bruxelles ho imparato a filmare, a editare video, a scrivere lanci…e a correre all’impazzata! Di quell’esperienza fortemente formativa porto a casa l’intensità e i sacrifici che il mestiere da giornalista richiede e anche la conoscenza virtuale con Giovanni Coviello. Infatti, mandando curriculum in vista del mio rientro in Italia, ho avuto l’opportunità di entrare a far parte della bella realtà di Vipiu.it in cui scrivo da 3 mesi.
Con Vipiu.it e sotto la guida di Giovanni ho iniziato il percorso di due anni per diventare giornalista pubblicista che concilio con il mio lavoro attuale di junior manager in una azienda. Non so dove mi porterà il futuro, ma ho la consapevolezza e la resiliente speranza che sarà esclusivamente nel giornalismo.
Questo articolo è il frutto della collaborazione tra il giornale Vipiù.it e il Liceo Scientifico, Scienze Applicate, Linguistico e Coreutico “Da Vinci” di Bisceglie (BT) per i Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento (PCTO). Qui troverai tutti gli articoli del PCTO del Liceo “Da Vinci” di Bisceglie (BT).