Patenti a stranieri con l’imbroglio, operazione di Polizia sull’asse Vicenza-Verona: denunciate 8 persone

496
patenti agli stranieri

Dai 2mila ai 3mila euro pagati da cittadini stranieri per ottenere patenti di guida senza studiare e senza spiccicare una parola di italiano.

Un’associazione a delinquere facente capo a S. N., un cittadino pakistano residente nel Vicentino, è stata disarticolata da un’indagine sviluppata dal Laboratorio Analisi documentale della Polizia Locale di Verona, diretto dal Comandante Luigi Altamura, in sinergia con la Squadra di Polizia Giudiziaria della Sezione Polizia Stradale di Vicenza, coordinata dal Vice Questore Silvia Lugoboni.

Il gruppo faceva affari soprattutto al Nord Italia, ma anche nel Lazio. Il vertice dell’organizzazione aveva strutturato una rete di procacciatori che promettevano patenti a stranieri, soprattutto pachistani e indiani, in cambio di denaro. Il giro d’affari illeciti era così ben avviato che spesso erano gli stessi “clienti” a rivolgersi alla rete che, nell’ultimo periodo, si stava inoltre allargando anche a cittadini asiatici.

Il raggiro consisteva nel mettere in condizione il richiedente di ottenere la patente italiana. L’organizzazione, in particolare S. N., si occupava di tutto anche nella fase preliminare: prenotava le visite mediche e portava i candidati presso le scuole guida per l’iscrizione e per apprendere la data della prova.

Gli stessi clienti, poi, si presentavano all’esame muniti di videocamere ben occultate nei vestiti o nelle mascherine anti covid e di auricolari quasi invisibili attraverso i quali, visionando le domande presenti sullo schermo dei computer, gli organizzatori del raggiro comunicavano indicazioni per fornire le risposte corrette.

Il sistema fraudolento ha funzionato a lungo e gli investigatori stimano un gran numero di patenti conseguite illecitamente da cittadini stranieri con questo stratagemma. Gli elementi dell’imbroglio infatti non conducevano mai al capo o ai componenti dell’organizzazione: le sim dei cellulari utilizzate per comunicare durante l’esame, ad esempio, erano sempre intestate ai clienti stessi.

“Tutto funzionava perfettamente – spiegano gli investigatori – fino a maggio del 2022, quando durante una sessione d’esame è stato scoperto un cittadino pakistano che proprio durante la prova di teoria stava utilizzando una microcamera. Un episodio all’apparenza come tanti altri, ma che ha dato il via, grazie al materiale rivenuto, all’indagine che ha condotto fino a Vicenza”.

I due reparti di polizia, quello veronese e quello berico, hanno quindi unito le forze e sottoposto gli indizi al sostituto procuratore di Verona Ottaviano Gennaro, titolare delle indagini relative al filone scaligero. Da qui sono partiti approfondimenti su S. N. e i suoi collaboratori, anche con pedinamenti e appostamenti, ricostruendo lo stratagemma e raccogliendo i dati dei clienti.

E, soprattutto, Ottaviano ha disposto alcune perquisizioni, tutte nel territorio del Vicentino, nel corso delle quali sono stati trovati diversi telefoni cellulari, schede sim, auricolari, magliette e mascherine FFP2 già predisposte con telecamere e micro fori, router Wi-Fi insieme a tutto il necessario per la fabbricazione e il montaggio degli apparati elettronici, pratiche di iscrizioni presso scuole guida già compilate e pronte ad essere presentate, agende con la rendicontazione dei guadagni ottenuti con l’attività illecita, fototessere, copie di documenti di persone extracomunitarie, certificati anamnestici, 4.750 euro in banconote di vario taglio nascosti nella camera da letto con documenti falsi, di pregevole fattura già stampati e pronti all’uso.

L’indagine ha riguardato le Province di Vicenza, Brescia, Bergamo, Cremona, Sondrio, Udine e Roma e ha portato al deferimento, in varie Procure d’Italia, di 8 persone: 1 a Verona, 2 a Vicenza, 2 a Trento, 2 a Bergamo e 1 a Sondrio.

“Sono attualmente al vaglio le posizioni di ulteriori circa 40 persone, coinvolte a vario titolo. Per alcune decine di candidati verrà proposto alle Motorizzazioni civili di competenza l’annullamento della patente di guida ottenuta indebitamente con la revisione della patente di guida per la verifica dell’idoneità tecnica alla guida. La responsabilità penale dei coinvolti sarà accertata solo all’esito del giudizio con sentenza penale irrevocabile”, conclude la polizia.