In attesa che si concretizzino le promesse migliorative rispetto alla legge 205, che prevede “l’erogazione di misure di ristoro in favore di risparmiatori che hanno subito un danno ingiusto…” e mentre i leader di alcune associazioni, che scimmiottano i politici più vanitosi, fanno ancora polemica per la propria autopromozione invece che concentrarsi sui passi avanti per le vittime di BPVi, Veneto Banca e delle quattro banche risolte, altri, scrivevamo ieri, “hanno lavorato per loro e non per se stessi“.
Tra i più attivi, volenti o nolenti, c’è Patrizio Miatello, con la cui storia imprenditoriale si era già incrociato con successo l’avv. prof. Rodolfo Bettiol, che ne ha canalizzato, poi, le intuizioni su canali legislativi che con la legge 205 e la sua probabile evoluzione sono oggettivamente l’origine dei ristori alle vittime di Banca Popolare di Vicenza, di Veneto Banca e delle 4 banche risolte.
Miatello è alzato da anni alle cronache più aste per aver organizzato manifestazioni e attività associative per le vittime delle ex Popolari Venete, ma di lui solo una ristretta cerchia di persone conosce la storia personale e imprenditoriale nel campo proprio dell’organizzazione logistica, settore in cui la sua famiglia era leader nazionale e non solo.
Tra quelle poche persone c’erano i tanti imprenditori che nel 2011 parteciparono all’assemblea di Unindustria Treviso, a cui era iscritta l’azienda di famiglia dell’attuale presidente dell’associazione Ezzelino III da Onara, nata in ambito culturale veneto e venetista ben prima del crac delle banche, e che lui volle rumorosamente informare dei comportamenti delle due grandi banche locali che lui già vedeva come negativi.
Così rumorosamente che fu allontanato dall’assemblea che evidentemente, i fatti ora lo confermano, i suoi “gestori” non volevano fosse sensibilizzata in tempo sullo tsunami in arrivo.
Ma di gesti clamorosi Patrizio Miatello fu autore anche in famiglia quando si accorse che, contro la sua volontà, anche la sua stupenda signora era caduta nei tranelli delle sirene di BPVi.
Ma di questo (tra moglie e marito non mettere il dito…) ed altro facciamo parlare direttamente un apparente capopopolo, che poi capopopolo lo è ma nell’accezione migliore, per la conoscenza che ne abbiamo maturato nel tempo, dopo la diffidenza iniziale instillataci dalle balle che su di lui raccontavano i suoi detrattori, e con atteggiamenti forti ma sempre portati non a distruggere ma a costruire una soluzione.
“D’altronde – lo dice più volte – io nasco nella logistica in cui si organizza per partire ma soprattutto per arrivare…”.
E se pubblicamente lo hanno ringraziato anche associazioni istituzionali come Codacons e Adusbef, oltre a quelle specifiche e più recenti dei soci traditi dalle banche, beh, un motivo ci sarà…
Vedete la nostra intervista video, quindi, se già non lo avete fatto, ma io conservo per me un video in cui, travolto dalla sua passione umana, a Roma balla su una sedia di un ufficio del Senato felice per gli annunci di Massimo Bitonci e Alessio Villarosa.
Un solo consiglio non smettiamo mai di dare, però e ancora, a lui e ai risparmiatori: aspettiamo prima di giudicare che le promesse diventino fatti superando anche i limiti (Don Torta, Arman e Ugone siete zitti al riguardo?!) del 30% di ristoro, del tetto a 100.000 euro e delle modalità di accesso ancora da definire sperando che questo sia chiaramente esteso agli obbligazionisti anche loro intortati dalle sei banche a cui fa riferimento la 205 per centinaia di milioni, non miliardi certo, ma proprio per questo da non dimenticare.