È stato firmato ieri, mercoledì 25 settembre 2024, il Patto di sicurezza urbana a Palazzo Volpe-Maltauro, sede della Prefettura di Vicenza. Il documento è stato sottoscritto anche da Comune, forze dell’ordine, Ufficio scolastico provinciale, enti, categorie Ulss 7 e 8.
Si tratta di un dispositivo “su misura” per la città, ha detto il prefetto, Salvatore Caccamo. Nasce dal precedente Patto Vicenza sicura ed è caratterizzato da un sistema di sicurezza partecipata e integrata.
Questo, in particolare, prevede una cabina di regia per il monitoraggio dell’attuazione del patto stesso. In essa, opereranno rappresentanti della prefettura, del Comune di Vicenza, della questura e carabinieri, guardia di finanza e altri soggetti aderenti, a seconda delle istanze e delle problematiche volta per volta affrontate.
In merito, Il Corriere del Veneto, edizione Vicenza – Bassano del Grappa, fornisce un report della riunione svolta in prefettura a Vicenza per la sottoscrizione del Patto di Sicurezza urbana. “La leva della collaborazione, che come detto tocca anche le categorie economiche (Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato, Confcooperative, Federpreziosi), la Camera di commercio e l’Agenzia delle Entrate, è in una forma di condivisione delle informazioni destinata a superare, per esempio, il mero scambio di filmati di videosorveglianza. Il modello «pur calato sulla città è comunque un modello esportabile e aggiustabile anche per altre realtà» dice Caccamo.
Le novità ad ampio spettro dell’accordo trovano conferma anche nelle parole del sindaco Giacomo Possamai. «Si tratta di un documento costruttivo – osserva – con aspetti innovativi che potranno servire a rafforzare la collaborazione tra le forze di polizia, il Comune, gli enti e agenzie, le associazioni di categoria e gli stessi cittadini». Quindi «dalla diffusione della videosorveglianza pubblica e privata al potenziamento dell’illuminazione, dal progetto “scuole sicure” al contrasto dell’abusivismo nel commercio, fino alla riqualificazione delle zone degradate, ogni azione che punta a migliorare la sicurezza urbana diventa infatti molto più efficace nella misura in cui è concordata e condivisa»”.
Il coinvolgimento delle aziende sanitarie e dell’ufficio scolastico, volge invece in direzione del fenomeno comunemente identificato come “baby gang” che il prefetto Caccamo ha definito “forme di devianza delle giovani generazioni”.
Fonte: Il Corriere del Veneto