Patto europeo per la gestione dei migranti, Cgil, Cisl e Uil insoddisfatti: “modificare decreti sicurezza”

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Migranti al lavoro
Migranti al lavoro

“Il Patto europeo per la gestione dei migranti e dei richiedenti asilo presentato il 23 settembre scorso dalla Commissione a nostro avviso non risponde alle aspettative create dall’annuncio della presidente, Ursula Von der Leyen, confermando l’approccio prevalentemente securitario”. Lo dichiarano in una nota unitaria i segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil Giuseppe Massafra, Andrea Cuccello e Ivana Veronese.

“I pilastri del nuovo Patto, limitazione degli ingressi ai richiedenti asilo e aumento dei rimpatri, confermano la visione di un’Europa chiusa in se stessa, priva del coraggio di affrontare con strumenti nuovi la questione migratoria, individuandola come una risorsa necessaria al futuro stesso dell’Europa, in termini demografici, di partenariato globale con i paesi di partenza e di transito, di protagonista politico per promuovere la pace, prevenire le guerre, sconfiggere le povertà”.

“Riguardo le migrazioni economiche – proseguono – si fa riferimento genericamente a politiche di attrazione dei talenti, ma non è chiara, e secondo noi tutta da sviluppare, la strategia secondo cui promuovere ‘vie legali’ d’ingresso’”.

Per Massafra, Cuccello e Veronese, “l’annunciato superamento del regolamento di Dublino, in realtà, si presenta come un ulteriore meccanismo burocratico, contorto e foriero di nuove sofferenze, dove gli obblighi del soccorso in mare, il diritto dei richiedenti protezione e asilo e in generale i diritti della persona, sono lasciati alla discrezione degli Stati membri, che potranno scegliere se accogliere, pagare o rimpatriare esseri umani in fuga dal loro Paese”.

“Il punto di mediazione trovato dalla Commissione tra i paesi sovranisti e frugali e quelli esposti in prima linea al flusso migratorio – sostengono Cgil, Cisl e Uil – non è accettabile, in quanto mina lo spirito dell’Unione in termini di solidarietà e rispetto del diritto di ogni essere umano a cercare un proprio futuro migliore”.

I tre segretari confederali evidenziano “la mancanza della ricollocazione obbligatoria dei migranti per il superamento del regolamento di Dublino; l’assenza di una strategia chiara e di regole per la migrazione ‘regolare, sicura e legale’ e dei canali umanitari; il permanere dell’ambiguità sul ruolo e sull’azione di soccorso e di accoglienza che realizzano le organizzazioni umanitarie e di solidarietà; la mancanza di un preciso orientamento alla costruzione di veri partenariati per lo sviluppo sostenibile come unica strada per contrastare le migrazioni forzate e dare oggettivamente ulteriore spazio alle posizioni sovraniste e xenofobe che allontanano l’Ue dai valori fondamentali su cui essa stessa è fondata”.

Cgil, Cisl e Uil manifestano quindi la propria “insoddisfazione per i contenuti della proposta presentata dalla Commissione europea” e “si attiveranno, in accordo con la Confederazione dei sindacati europei, per una pronta revisione di questo Patto a favore del rispetto dei diritti umani e a difesa dei principi e dei valori di solidarietà sulla cui base si fonda e si deve rafforzare l’Unione europea”.

“Alla luce della discussione in Europa, consideriamo inoltre non più rinviabile – aggiunge la nota – un progetto di riforma della normativa nazionale in materia di immigrazione, a partire dalla modifica sostanziale dei decreti Sicurezza. Auspichiamo – concludono Massafra, Cuccello e Veronese – che la materia che si sta approfondendo in sede di Consiglio dei ministri produca un cambio di passo, annullando gli effetti negativi di tali provvedimenti, sia nei confronti della popolazione migrante, sempre meno coinvolta nei processi d’integrazione e di inclusione, sia nei confronti dei tanti lavoratori impegnati nel settore dell’accoglienza”