Partito Democratico all’attacco di Zaia su assenteismo, conferenze stampa, lavoratori della sanità e pesca di frodo

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Luca Zaia e Manuela Lanzarin

Il Partito Democratico Veneto nella mattinata di martedì è andato all’attacco di Luca Zaia e della Regione Veneto con una serie di note stampa dei suoi esponenti su vari temi: assenteismo, conferenze stampa, lavoratori della sanità e pesca di frodo. A partire dalla capogruppo Pd, Vanessa Camani.

“Nei tre anni di questa legislatura – afferma Camani – il presidente Zaia brilla per assenteismo. Le sue presenze in Consiglio regionale si contano sulle dita di una mano. Come se non bastasse, Zaia dimostra tutto il suo disprezzo per questo luogo istituzionale di cui fa parte convocando puntualmente le sue conferenze stampa in coincidenza con i lavori dell’aula del Consiglio regionale. Un atteggiamento inaccettabile. Evidentemente il presidente della Regione, considera Palazzo Ferro-Fini, utile solo quando gli serve fare qualche comparsata mediatica. Per il resto, in modo istituzionalmente grave l’assemblea rappresentativa dei veneti è da lui considerata meno di zero”.

“Oggi ho partecipato al presidio organizzato dalla Cgil Fp per la consegna alla Giunta regionale delle 20 mila firme dei lavoratori della sanità che prestano servizio presso gli enti locali, le strutture pubbliche, le Ipab e le Rsa del Veneto” – spiega invece in una sua nota il vicecapogruppo del Pd a palazzo Ferro Fini Jonatan Montanariello.

“La loro e nostra richiesta di un rafforzamento del personale – dice il consigliere regionale del Pd – attraverso assunzioni straordinarie e cospicui investimenti a favore delle Ulss e degli enti locali nasce dall’esigenza inderogabile di mantenere vivo la rete assistenziale pubblica per gli anziani, scongiurando ogni scivolamento nel privato. Un richiamo, quello di oggi, di fronte al quale il governo regionale non può più concedersi il lusso di ignorare”.

“Il taglio sulle pensioni previsto dalla Finanziaria, sta già producendo i suoi effetti, come paventato: si registrano infatti richieste di fuoriuscita anticipata e questo non fa altro che aggravare la situazione di una sanità pubblica già falcidiata da abbandoni a favore del privato”. A dirlo i consiglieri regionali del PD Veneto con la vice presidente della Commissione Sanità, Anna Maria Bigon.

“Tagliare le pensioni, già risicate visto il livello inadeguato degli stipendi, la dice lunga sulla volontà della destra, ad ogni livello, di smantellare la sanità pubblica. Una beffa nei confronti degli stessi medici e infermieri, definiti eroi al tempo del Covid. Una deriva alla quale, in nome dei diritti di cura di ogni cittadino, è necessaria una ferma opposizione politica e all’interno delle istituzioni”.

Infine il consigliere regionale del PD Veneto, Andrea Zanoni interviene sulla Pesca di frodo:

“Il quadro del Veneto relativo alla pesca di frodo, e quindi ai prodotti ittici non tracciabili, non conformi non certificati, è allarmante. Basti pensare che, come riportato da Mare Nostrum di Legambiente, nel 2022 sono stati quasi 300 i quintali di prodotti ittici sequestrati, collocando la nostra regione al primo posto della classifica per illeciti verificatesi per ogni chilometro di costa. Con la mia interrogazione ho voluto incalzare la Giunta regionale chiedendo le azioni di contrasto che intende mettere in campo. Ma la risposta è stata decisamente deludente”.

“Al di là della questione delle competenze tra Stato e Regione e del riepilogo delle collaborazioni e del coordinamento stretto tra Regione e forze dell’ordine, e al di là delle parole, in realtà dalla Giunta non arrivano veri interventi diretti per porre argine al fenomeno. Mancano infatti quegli investimenti che sono ad esempio indispensabili per la Polizia provinciale di Rovigo, dove la pesca illegale è diffusa e dove servirebbero imbarcazioni adeguate al posto di quelle attuali che sono a dir poco vetuste”.

Zanoni infine evidenzia il lavoro delle forze dell’ordine e rivolge “un ringraziamento ai Carabinieri della Compagnia di Chioggia che la scorsa settimana hanno sequestrato oltre mille chili di vongole elevando diverse sanzioni amministrative a fronte della scoperta di diversi atti illeciti. Nello specifico le violazioni hanno riguardato la pesca in zone interdette, condizioni igienico sanitarie carenti del pescato, mancanza della documentazione tracciabilità. A dimostrazione appunto che il problema è diffuso e grave, perché genera un danno economico nei confronti delle aziende sane ed oneste. E perché, visti i metodi senza scrupoli con i quali viene messo in atto questo sistema illegale, si mette a rischio l’ecosistema ambientale e soprattutto la salute dei cittadini nel momento in cui questi prodotti arrivano sulle loro tavole”.


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