Il Pd di Vicenza interviene sulla Tav, avanzando la sua visione sul progetto, e attacca il sindaco Rucco per quanto detto presentando il Bilancio di Mandato. Nel primo caso, ovvero nel commentare i lavori che già interessano e che ancora per anni interesseranno la città per rendere possibile il passaggio dei Treni ad Alta Velocità, il Pd Vicenza si è affidato a Federico Formisano, segretario cittadino, e Angelo Tonello, segretario del circolo 7.
“Come Partito Democratico, fin dalla pubblicazione del Progetto Definitivo, abbiamo sottolineato la necessità di ridurre al minimo i disagi per la città nella fase di cantiere, nonché la necessità di migliorare alcune opere puntuali per renderle maggiormente funzionali.
Partendo da quest’ultime, sottolineiamo con grande forza la necessità di evitare assolutamente la chiusura completa di Ponte Alto, in quanto questo porterebbe al collasso della viabilità cittadina. Questo scenario è stato ben evidenziato nello studio di traffico allegato al Progetto Definitivo, il quale probabilmente non è stato analizzato dall’amministrazione Rucco.
Per raggiungere questo obiettivo, è necessario procedere con la realizzazione di una delle due nuove carreggiate costituenti il nuovo viadotto di Viale degli Scaligeri/Viale del Sole, prima che i viadotti esistenti vengano chiusi e demoliti: questo garantirebbe un flusso minimo di traffico di vitale importanza per la viabilità cittadina e per quella autostradale.
A questo si aggiunge la necessità di prolungare la Tangenziale Sud fino alla Provinciale del Melaro, per fluidificare la viabilità di Vicenza Ovest che in qualunque scenario sarà messa sotto forte pressione durante tutti i mesi di lavori per la realizzazione dei nuovi viadotti di Viale degli Scaligeri/Viale del Sole.
Spostandoci verso la città, riteniamo fondamentale migliorare l’inserimento di Via dell’Arsenale all’altezza di Via Rossi, prolungando il sottopasso progettato fino ai confini dell’area Ex Lanerossi o spostandone l’uscita in Viale San Lazzaro, all’altezza dell’ex Piva Gomme.
La modifica che riteniamo più importante di tutte è quella relativa al Cavalcavia di Via Maganza, il cui disegno va radicalmente modificato sia per ridurre gli impatti visivi del viadotto (in particolare la sua visibilità da Piazzale della Vittoria, molto contestata dall’Unesco), sia per garantire il collegamento dei quartieri Ferrovieri e Gogna con i quartieri ovest della città. Per fare questo, la nostra proposta è quella di ridisegnare il Cavalcavia, spostandolo dov’è prevista dal progetto la passerella ciclopedonale e aggiungendo sul lato di San Felice una rampa di discesa che permetta agli automobilisti di procedere in direzione di Viale San Lazzaro, mantenendo in progetto la rampa che va in direzione della Stazione.
Per quanto riguarda la cantierizzazione, proponiamo che sia fatto un attento piano di monitoraggio ambientale durante tutta la fase di cantiere e in quella di primo esercizio della linea e che venga istituito un osservatorio ambientale, come già fatto da RFI per la TAV Padova – Mestre e per la Brescia – Verona. Vogliamo spostare la maggior parte delle aree di cantiere fuori dalla città, mantenendo all’interno di essa solamente quelle strettamente necessarie alla realizzazione delle opere puntuali. Per noi, un punto fermo è quello dell’eliminazione del betonificio di Via Maganza, il quale andrà spostato fuori dalla città, lontano dalle abitazioni, alfine di tutelare la salute pubblica dalle emissioni di questo impianto”.
Poi, una nota polemica – come detto – nei confronti del Bilancio di Mandato, soltanto ieri presentato dall’attuale sindaco di Vicenza, Francesco Rucco, che punta alla riconferma sulla poltrona più importante di Palazzo Trissino.
“Fa sorridere – dichiara Cristina Balbi, attuale componente del consiglio comunale e ricandidata con il Pd di Vicenza – come Rucco lanci i suoi proclami sulla cura della città da una piazza ideata e finanziata dalla precedente amministrazione. Proprio quella piazza rappresenta esattamente ciò che finora la sua amministrazione ha mancato di fare: pianificazione urbanistica, progettazione preliminare partecipata, condivisione e illustrazione del progetto agli abitanti di Bertesina tappa per tappa, ciò che non si è mai visto fare da Rucco e i suoi assessori in cinque anni di mandato.
Il solo merito di Rucco è aver portato a termine questo cantiere, a differenza di quanto avvenuto per molti altri progetti ereditati, e forse solo perché si trattava della piazza del quartiere in cui vive. Con la piazza di Maddalene, che pure aveva seguito lo stesso metodo di progettazione, ciò non è avvenuto e il quartiere aspetta ancora l’inizio dei lavori. Dalla sua amministrazione non sono arrivati altri progetti simili a questo che tanto sembra aver apprezzato”, conclude Cristina Balbi.
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