?Siamo alle veline da minCULpop, e il CoVePA si dice sbalordito che quello scritto ieri a pagina 2 del CorVeneto sia la solita velina dei manutengoli di Zaia, il quale a braccio ieri invece, in conferenza stampa le spara grosse?. Esordisce così un duro comunicato firmato dai portavoce del Coordinamento Veneto Pedemontana Alternativa Matilde Cortese, Massimo M. Follesa ed Elvio Gatto che si scagliano anche contro un articolo sul Corriere del Veneto (che pubblichiamo a seguire).
?Adesso salta fuori ? continua la nota del CoVePA – che Regione Veneto è il Concessionario di Pedemontana Veneta. Si tratta di una verità dal sen sfuggita che dimostra la confusione che regna sulle concessioni in Veneto e nella testa del poverello presidente che annaspa tra avverbi, congiunzioni, sonore stupidaggini. Ciò che emerge dal suo stato confusionale, è che il cosiddetto modello veneto delle infrastrutture è tutto pubblico. Smentendo se stesso smentisce la stupidaggine dell’inattaccabile SPV e mette in guardia l’opinione pubblica sulle strane prudenze con cui in parte Matteo Salvini, ma soprattutto Luca Zaia e Giancarlo Giorgetti (si parla del Carroccio) stanno difendendo le concessioni private, confermando che il presidente Giuseppe Conte e Luigi Di Maio devono tenere il punto, andando a contestare anche le illegalità della concessione di pedeveneta in aperta violazione degli articoli 43, 49 e 56 del trattato di Lisbona e successive integrazioni! Sono quattro i punti chiari a chi segue con attenzione le vicende di SPV sulla base dei quali chiediamo ai Ministri Costa, Toninelli e Bonafede l’emanazione di un decreto interministeriale dei dicasteri di ambiente infrastrutture e giustizia che contemperi
1. la sospensione dei lavori in ragione della mancata verifica di ottemperanza allo studio di impatto ambientale effettuata dalla Commissione nazionale via;
2. la richiesta al concessionario di produrre un reale documento relativo alla esplicitazione del rapporto costi benefici che, è bene ricordarlo, non riveste un semplice aspetto economico bensì, economico, sociale ed ambientale
3. l’attivazione degli ispettori ministeriali (Ambiente, Trasporti, Giustizia) affinché secondo le proprie competenze valutino gli illeciti più volte evidenziati (siamo pronti a redigere un dossier in tal senso); si ponga l?accento in modo particolare sulla mancanza dei titoli di legge per il direttore dei lavori di Spv ingegnere Adriano Turso; sui denunciati illeciti penali circa le plusvalenze sulla progettazione; sui denunciati illeciti penali per la possibile estorsione segnalata dalla Sics con esposto alla Regione Veneto in data 24 gennaio 2017 (clicca qui).
4. la risoluzione del contratto in danno a carico di Sis dopo avere avocato l?iter con decreto ministeriale”.
Le infrastrutture dopo Genova
Pedemontana, anche Salvini mette la firma
Task force per controllare le manutenzioni
La litania dolente di un agosto segnato dal crollo del ponte Morandi a Genova, è quella del «cemento precompresso», dei «giunti», dei «tiranti», dell’usura e, su tutto, delle manutenzioni. E così, sulla Pedemontana, l’«autostrada 100% veneta», la Regione in questi giorni preme sull’acceleratore. Su due fronti: la legalità e una vigilanza teutonica proprio per i controlli sulle manutenzioni. Partiamo dal calendario: il 30 agosto, a Palazzo Balbi, è atteso il ministro dell’Interno, Matteo Salvini che, con il governatore Luca Zaia, firmerà il rinnovo del Protocollo di legalità contro il rischio di infiltrazioni mafiose nei cantieri della Pedemontana veneta. Otto anni fa al posto di Salvini, al Viminale, sedeva Roberto Maroni e proprio lui aveva siglato la prima versione del protocollo che, da delibera del dicembre 2017, va rinnovato. Fin qui ordinaria amministrazione. Ma nei giorni delle concessioni autostradali in bilico e di una mai sopita ostilità pentastellata in Veneto sulla Pedemontana, la presenza di Salvini assume un rilievo tutto politico. Parte delle critiche del M5s alla Superstrada, infatti, vertono proprio sull’opacità di discariche abusive (puntualmente smentite, fin qui e dati alla mano, dalla Regione) e conti che non tornano. Una mossa, quella di avere Salvini schierato a favore dell’infrastruttura, con cui Zaia si aggiudica un placet pesante sull’opera. La Pedemontana, la maggiore scommessa dell’amministrazione leghista, dopo un passato a dir poco travagliato, punta a diventare un inattaccabile modello di efficienza. A partire dalle manutenzioni. E così, proprio nelle ultime ore, il direttore della Struttura di progetto per la Pedemontana, Elisabetta Pellegrini, ha impresso un’accelerazione ulteriore a quel Protocollo di monitoraggio sulle manutenzioni che sarà perfezionato in largo anticipo sui tempi di apertura definitiva dell’opera. Funziona così: la superstrada sarà gestita dal consorzio Sis che la sta costruendo. Certo, i pedaggi andranno alla Regione che provvederà a pagare un congruo canone a Sis ma le manutenzioni restano in carico al concessionario. Sembra di raccontare, in scala ridotta, il meccanismo di controllo del Mit sul concessionario privato Autostrade per l’Italia.