“La Pedemontana è nata tardi e male, frutto di un contratto di project financing i cui difetti sono stati evidenziati da più enti, dalla Corte dei Conti ad Anac. Adesso manca il ministero delle Infrastrutture: Toninelli dica se questo contratto va bene o no”. A dirlo – in una nota – è Stefano Fracasso, capogruppo in Consiglio regionale del PD, intervenendo sulla mozione presentata da Partito Democratico, Cinque Stelle e LeU in cui si chiedeva alla Giunta di aprire un tavolo tecnico con il Governo sulle criticità della Pedemontana, bocciata dall’aula di Palazzo Ferro Fini.
“Dispiace che sulle responsabilità politiche di quel contratto, frutto dell’ultima legislatura guidata da Galan e in cui la Lega era saldamente presente, sia calato il silenzio più assoluto. Si tratta di un atto che ha lasciato in eredità vincoli pesantissimi, che sono peggiorati nel tempo. Il pubblico è dovuto nuovamente intervenire, 300 milioni della Regione dopo i 300 del Governo, cambiando radicalmente la natura del contratto: ormai non è più un project financing ma un appalto diretto mascherato, con il rischio d’impresa a carico del concessionario che è sparito. Corte dei Conti ed Anac hanno espresso numerose criticità, siamo convinti che sia opportuno rivedere il Piano economico-finanziario dell’opera che rischia di essere un salasso insostenibile per le casse pubbliche. Adesso tocca al ministro Toninelli: batta un colpo, altrimenti dovremo aspettare l’apertura della Superstrada per poi accorgerci di quello che è già evidente: i conti non tornano”.