?Mentre il M5S che sta al governo del Paese dimostra di contare come il due di briscola, i grillini veneti che siedono in Consiglio regionale si rivelano del tutto inaffidabili: a partire dal consigliere Berti, avevano garantito che il ministro Toninelli avrebbe messo al setaccio la Pedemontana ed invece le cose sono andate in tutt?altro verso. Davvero un disastro di incoerenza e debolezza: un vero inchino alla Lega padrona?. Così i consiglieri regionali di opposizione, Andrea Zanoni (PD, vicepresidente della commissione Ambiente) e Cristina Guarda (AMP), commentano i contenuti del Documento di economia e finanza, che ha escluso la Superstrada Pedemontana Veneta tra le opere da sottoporre all’esame costi-benefici.
?Dunque zero verifche e zero controlli, nemmeno dopo che la Corte dei Conti ha nuovamente sollevato, pochi giorni fa, una serie di critiche circostanziate che hanno come unico comune denominatore quello del rischio di impresa spostato dal privato al pubblico. Senza contare il fatto che mentre il costo dell?opera è inferiore a tre miliardi, con l?ultima convenzione la Regione ne sborserà dodici. La Regione governata dalla Lega rimane silente di fronte alle richieste di chiarimento della magistratura: ora il governo completa l?opera mettendoci sopra una pietra tombale che punta a seppellire tutte le gravi incongruenze, destinate ad essere caricate sulle spalle e sulle tasche dei cittadini?. Secondo Andrea Zanoni ?L?unico che detta legge è Matteo Salvini che il mese scorso è venuto in Veneto a dire che la Pedemontana è un modello per l?Italia. Bel modello sì, ma di disastro economico, visto che la concessione mette a repentaglio le casse del Veneto dal 2020 al 2059?. Contemporaneamente l?esponente dem ricorda che ?il precedente governo si era mosso concretamente sul fronte della Pedemontana, con il ministro Delrio che mise fine alla problematica gestione del commissario straordinario Vernizzi?. Da parte sua Cristina Guarda si dice ?basita per la scelta del governo di abbassare definitivamente la guardia su un?opera che farà guadagnare al privato 12 miliardi senza alcun rischio di impresa e che farà pagare all?utenza, pure ai residenti, pedaggi del valore doppio rispetto alla A4. Col risultato che si vanificherà anche l?obiettivo di sgravare dal traffico i centri cittadini, visto che il grosso degli automobilisti non potrà sostenere queste spese sproporzionate per viaggiare. La verità è che non esiste opera in Italia che ha più bisogno di revisione?.
?Sono moralmente vicina al Vicecapogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale del Veneto Jacopo Berti che in queste ore ha scoperto di non essere minimamente preso in considerazione dai membri del suo partito che a Roma hanno deciso, a buon diritto, di proseguire con la Pedemontana Veneta?. Sono le parole della Capogruppo Silvia Rizzotto (Zaia Presidente) che così commenta ?La notizia che il Consigliere Berti starebbe predisponendo un fascicolo da trasmettere al Ministro Toninelli sulla infrastruttura, nonostante lo stesso Governo abbia, di fatto, annoverato l?opera come strategica e da realizzare. Apprendo infatti che il collega Berti starebbe investendo il suo tempo nel predisporre una corposa relazione contro la Pedemontana Veneta da far prevenire al ministro Toninelli. Il fatto però che quest?opera sia stata esclusa dall?analisi costi-benefici dallo stesso Governo fa ben capire quanto gli strali di Berti a Venezia siano presi in considerazione a Roma. Meglio così, per i Veneti?.
?Al di là della compattezza dei 5 stelle a palazzo Ferro Fini, ritenevo che Berti fosse più preoccupato a tenere unito il suo gruppo piuttosto che agitare fantasmi su quest?opera strategica per il futuro del Veneto. Invito comunque il collega, prima di continuare con la sua analisi, a mettersi in strada ogni mattina – conclude Rizzotto – con i pendolari e i lavoratori che oggi si spostano tra Bassano, Cittadella e Castelfranco: sono certa che non lo abbia mai fatto e che gli tornerebbe utile, e non poco, per decidere di investire in altro modo il suo prezioso tempo?.