Pedemontana Veneta e crollo ponte canale a Trevignano (TV), CoVePA: vogliamo risposte chiare da Zaia & c.

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Sono apparse nell’etere – scrivono nella nota che pubblichiamo Matilde Cortese, Massimo M. Follesa, Elvio Gatto portavoce CoVePA – le risibili risposte della Regione Veneto e dei due Feltrin di Trevignano, che hanno il valore delle chiacchiere da ombrellone tra vecchie signore incartapecorite. Ci pare di vedere i due massimi esponenti della struttura regionale veneta della Super Pedemontana Veneta, Corsini e Pellegrini, uno nella sua Isola d’Elba, e l’altro in una qualsiasi spa, telefonarsi con un mojito salviniano e conferire minimizzando il senso del mancato incidente mortale della Pedemontana Veneta a Trevignano.

I punti da stigmatizzare sono almeno tre e su questi chiediamo risposte precise a Zaia e a chi è in grado di darle al posto suo.

In primo luogo egli quando è apparso in Consiglio Regionale ha dichiarato (cfr.minuto 6,50 della registrazione) che il cantiere ha ormai speso 1,4 mliardi di €. Vale a dire il 62% dell’intera somma prevista per i lavori al netto degli oneri. Per questa ragione non è possibile considerare quei lavori provvisori e che siano normalmente possibili cedimenti di quel genere: sarebbe come se una casa in costruzione fosse al grezzo avanzato, con parti già finite e abitabili(i fantomatici 7 km della barriera di A31 a Breganze), dopo aver speso oltre il 60% del budget, collassasse in più punti sotto un temporale d’agosto, che come è noto rinfresca il bosco e i gonzi.

Zaia, Bramezza, Corsini, Pellegrini e tutti quelli che vogliono la SPV, ci dicano quali sono le opere strutturali del ponte canale che, qualora realizzate o completate, ne avrebbero impedito il crollo? Siano precisi però e la smettano con chiacchiere e fandonie in modo che si possa confrontarsi argomenti validi e la piantino di discutere sulle impressioni, ne va della sicurezza degli operai e dei cittadini tutti.

Le sciocchezze della struttura di progetto le respingiamo punto per punto e siamo pronti a fornire i dati tecnici dell’esecutivo che dimostrano che quel ponte avrebbe dovuto reggere ad un terremoto figuriamo ad una pioggia ferragostana, con dati alla mano. Infatti basta controllare la cronologia di GoogleEarth e verificare che quel ponte canale era in opera da almeno un anno, quindi tutt’altro che provvisorio, ma soprattutto è la legge sulle opere antisismiche che impone la resistenza di questi manufatti una volta posati, sebbene il fondo stradale sia ancora in costruzione.

 

Da ultimo ma non per importanza, analizzando bene le immagini di sopra, si può identificare che quel canale risulta ancora versare acqua nella trincee, e che la portata era pari alla metà della sua altezza, dimostrando che il cedimento è grave e potrebbe riguardare altri punti in tutti e 95 i chilometri dell’opera…. Se ci fossero stati operai al lavoro ne sarebbe stata messa in pericolo la loro incolumità!

In secondo luogo va messo sotto la lente di ingrandimento la figura del direttore dei lavori,l’ing. Adriano Turso, che risulta essere indagato per i fatti della galleria Malo-Castelgomberto, insieme ad altri quattro. Se tanto mi da tanto, visto che nel 2015 con solerzia rimossero l’ing. Perotti, allora direttore dei lavori, arrestato nell’inchiesta fiorentina su Ercole Incalza e le trame del Ministero delle Infrastrutture, per quale motivo Corsini non agisce in qualità di Autorità Vigilante e Avvocato dello Stato, perché sia rimosso a maggior ragione il sostituto di Perotti, proprio il Turso, che è indagato per motivi connessi alla realizzazione dell’opera? Quali segreti inconfessabili ci sono sotto? Quali equilibri ci sono che non si possono turbare? Paura che Turso, dica qualcosa?

Noi ribadiamo con tutta la forza che abbiamo che va messa sotto la lente di ingrandimento pubblicamente la figura del direttore lavori, il quale nel 2015, quando è stato nominato dopo l’arresto del precedente, non aveva le competenze sufficienti per dirigere un’opera da 3mld lordi. Per queste ragioni sottolineiamo i documenti prodotti nel 2017 e launa nota di risposta alla dichiarazione dell’avvocato Corsini del novembre 2018 rivolte alle autorità inquirenti sulla figura dell’attuale direttore dei lavori di Pedemontana Veneta.

Infine da ultimo ma non per importanza, se basta una “piova de agosto” a fare crollare un’opera perché il commissario Silvano Vernizzi ha autorizzato l’aumento di 458mln€ in più rispetto alla gara aggiudicata nel 2009? Perché ha concesso quell’aumento, oltre che per la realizzazione delle opere chiesta dai comuni, proprio per garantire gli adeguamenti antisismici su opere e strutture della Pedemontana Veneta alle nuove norme antisismiche e di sicurezza delle gallerie, c’è da stare freschi e dormire preoccupati per le ipotesi di truffa e di danno erariale.

Matilde Cortese, Massimo M. Follesa, Elvio Gatto portavoce CoVePA