Nella giornata di giovedì, la Polizia di Stato ha arrestato il 62enne vicentino T.P.P. in esecuzione ad un Ordine di Carcerazione emesso nei suoi confronti dal Tribunale di Venezia a seguito di una sentenza definitiva di condanna a 5 anni e 4 mesi di reclusione per aver compiuto atti sessuali aggravati su minori e detenzione di materiale pedopornografia.
All’alba di questa mattina, dopo aver individuato l’appartamento ove il ricercato viveva assieme alla propria compagna a seguito di una serie di accertamenti e ricerche effettuate nell’ambito dei luoghi solitamente da egli frequentati, ed aver verificato la sua presenza effettiva, gli Agenti della Squadra Mobile si sono presentati alla porta di casa. Tuttavia, benchè vi fosse la certezza che l’uomo si trovasse all’interno dell’abitazione, la compagna di T.P.P., dopo aver aperto la porta, con tono aggressivo riferiva agli investigatori di non conoscere la persona ricercata, per poi cambiare versione con imbarazzo dopo che la Polizia gli ha quando esibito il contratto di locazione a firma di entrambi. A quel punto la donna forniva una seconda falsa versione della realtà, affermando che il compagno era assente da tempo, che non sapeva quando sarebbe rientrato e nemmeno dove si fosse recato.
Dopo aver fatto ingresso nell’appartamento, però, i Poliziotti come vi fossero sparsi ovunque indumenti da uomo, e come tutte le porte delle stanze, tranne una, fossero aperte. Notando anche che una sola porta era chiusa.
Richiesta a cosa fosse adibita quella stanza, la donna rispondeva in modo ambiguo ed elusivo e, a seguito delle insistenze degli Agenti, mentre cercava di allontanarli il più possibile da essa, affermava che quella porta era sempre stata chiusa, forse da oltre tre anni, e che non aveva la chiave perché l‘aveva persa.
In considerazione delle evidenti menzogne sostenute dalla donna, gli Agenti decidevano di procedere ad una perquisizione domiciliare di iniziativa, finalizzata a rintracciare il ricercato, costringendo quindi la donna ad aprire quella porta tenacemente tenuta chiusa.
All’interno della stanza, infatti, come sospettato dagli investigatori, si trovava nascosto T.P.P..
Dichiarato in arresto e trasferito negli Uffici di Viale Mazzini, a seguito del fotosegnalamento e dopo la redazione degli atti di Polizia Giudiziaria a T.P.P. veniva notificato l’Ordine di Carcerazione, con il quale, oltre alla summenzionata condanna alla reclusione in carcere, egli veniva sanzionato con il divieto di svolgere in futuro lavori a contatto con minori ed a comunicare alla Autorità di Pubblica Sicurezza ogni suo futuro spostamento od eventuale cambio di residenza; quindi, veniva scortato dagli uomini della Squadra Mobile presso la Casa Circondariale “Del Papa” di Vicenza per l’espiazione della pena a 5 anni e 4 mesi per il reato di violenza sessuale aggravata nei confronti di minori nonché per pedopornografia.
La compagna, invece – tale D.M.G., vicentina 67enne – dopo essere stata anch’essa condotta presso gli Uffici della Questura (qui l’azione del questore dal suo insediamento in città e provincia, ndr) e fotosegnalata, è stata denunciata alla Procura della Repubblica di Vicenza per il reato di favoreggiamento personale, per aver messo in atto il tentativo di eludere e rendere vane le ricerche di T.P.P. allo scopo di sottrarlo alla Giustizia.