Leggo una nota su VicenzaPiu.com – che è poi seguito da un testo di risposta dell’assessore Lucio Zoppello– dove il noto prof. Raffaele Colombara lancia il suo ultimo messaggio “stop aperture indiscriminate” naturalmente di supermercati e cose del genere. I supermercati che si sono aperti quest’anno, nel territorio vicentino, o che hanno avviato le operazioni burocratiche per le prossime aperture nell’anno 2019, sempre che ve ne siano, ma pure quelle che eventualmente aprissero i battenti nel 2020 (magari dopo che aree hanno ottenuto la modifica della destinazione d’uso) non sono state certamente autorizzate dalla presente amministrazione vicentina.
Ma, se un qualsiasi minimo appoggio, fosse anche “morale”, hanno ricevuto, questo in effetti è stato casomai espresso dalla precedente amministrazione Variati nella cui maggioranza operava il prof.
Dice, su VicenzaPiù, l’assessore ing. Lucio Zoppello che “Questi iter sono permessi dalla normativa e fermarli con gli strumenti ora a disposizione significherebbe esporre il Comune a un danno erariale, a carico di tutta la comunità. L’attuale proliferazione dei supermercati, del resto, ha origini lontane, è permessa dalla direttiva comunitaria relativa al commercio e dalla normativa regionale in materia di commercio e urbanistica. Un mix che, complice anche un’economia in ripresa dopo anni di profonda crisi, ha portato alle molte richieste sulla scorta di provvedimenti dal carattere emergenziale come il Piano Casa, a cui si sta ora cercando di dare una risposta diversa e una nuova regolamentazione.“.
Il prof. casomai invece di cercare di inserirsi in qualsiasi modo gli riesca in un dibattito, più che giusto, anche su questo tema, in termini costruttivi, sceglie sempre lo scaricabarile, del quale accusa gli avversari, ma che in effetti è semplicemente un modo, polemico e irreale, di cercare di superare il vuoto amministrativi dei dieci, per lui cinque, anni di gestione variatiana.
Lo, slogan che lancia il prof. “Meno supermercati, più idee meno cemento, più verde” è bello, condivisibile, ma non certamente accettabile nei termini ingiuntivi con cui viene accompagnato specie nelle particolarità viabilistiche da parte di coloro che nulla hanno fatto di concreto se non lanciare messaggi elettorali e che servisse veramente ad uno sviluppo equilibrato della nostra struttura urbanistica.
Scrive ancora il prof. “La petizione, che nasce dalla richiesta di tanti cittadini, chiede al Comune di fermare questo processo e impegnarsi in una pianificazione generale di tutta l’area lungo l’asse San Felice, viale Verona, San Lazzaro, una delle più densamente abitate della città, caratterizzata da un forte carico viabilistico, con gravi problemi di traffico, e le profonde previsioni di trasformazione legate alla AV/AC che la modificheranno. Oggi essa necessita di un nuovo disegno che tenga conto anche delle mutate dinamiche sociali e demografiche in atto.“. Le dinamiche sociali e demografiche di cui egli parla e scrive non sono nate il 10 giugno del 2018 ma alcuni anni addietro e in alcuni momenti se ne è avuta la massima evidenza con episodi di vario genere non sempre accettabili e comprensibili ma non certo “compresi” da una amministrazione, la sua, che pensava a ben altro. E i risultati si sono visti. Oggi la realtà politica e amministrativa di Vicenza ha subito un cambiamento pressoché totale. I buoni o meno buoni frutti si vedranno con il tempo.
Ho sempre sostenuto che una buona amministrazione abbisogna di una ottima opposizione. Ora non mi appare che le cose stiano così. L’opposizione attuale, e tutto il complesso di gruppi e movimenti che l’hanno espressa, in primis il PD, e non lo dico solo io ma anche esponenti dello stesso PD, dovrebbero fare una analisi del perché le elezioni sono andate in un verso così contrario alle loro aspettative, ma non sostare a cercare e valutare gli errori, e ve ne sono stati, di una campagna elettorale, ma cosa non è stato fatto negli anni di governo della città. Cosa è stato fatto male e quel poco di buono, che eventualmente sia stato realizzato, perché non è stato compreso dall’elettorato. In una intervista su Il Corriere della Sera, l’on. Gentiloni dice pressappoco le stesse cose. Certamente riferite a livello nazionale, ma comunque ne consiglio la lettura. Forse aiuterà a comprendere cosa necessita per potere essere, anche all’opposizione, interlocutori e, perché no, concorrenti.