I mass media ci informano che da una ottantina di giorni, cioè da quando si è svolta l’ultima seduta del CdA della Fondazione Roi, retta dal presidente Ilvo Diamanti, l’organo di governo della istituzione non è stato completato. Infatti molto rapidamente è stata rinominata per conto del FAI Giovanna Rossi di Schio, per conto della Diocesi di Vicenza Mons. Francesco Gasparini. Solo ora, dopo la conclusione del concorso svoltosi in Comune, è stato possibile indicare, da statuto, il componente di diritto in rappresentanza dei Musei Civici Mauro Passarin.
Musei civici che per mia memoria, in contrasto con quanto in altri tempi qualcuno affermava, sono esattamente questi: la Pinacoteca di Palazzo Chiericati, pinacoteca e non certo museo di altro genere, il Museo del Risorgimento e della Resistenza a Villa Guiccioli e, infine, i due musei, quello naturalistico e quello archeologico ospitati a Santa Corona.
Manca, ma a quanto affermato dal presidente prof. Gaetano Thiene della Accademia Olimpica, il nominativo di sua competenza arriverà probabilmente in giornata. Non mi stupisce che l’architetto Emilio Alberti trovi poco gradevole questo ritardo della Accademia olimpica. Lui è uscito in maggio dal CdA e non pare che ci rientri. Quindi la sua preoccupazione e perplessità è quella di un cittadino interessato alla sorte della Fondazione. Stupisce un poco la preoccupazione della rappresentante dal FAI che non ha trovato, invece, motivo di perplessità in quella che appare una forma di auto candidatura piuttosto che una scelta di rinnovamento di questo organismo che ora appare, almeno in parte, autoreferenziale e assai meno rinnovatore. Ho sostenuto già in passato e ritengo che sia ancora così che sia stato un errore affidare a pur tre importanti e certamente benemerite istituzioni l’incarico di formare il nucleo portante del CdA della Fondazione e che queste non sentissero, qualcuna almeno, la necessità di dare quanto meno un segno di rinnovamento. L’abbandono della riunione del CdA di maggio di tre componenti, esattamente la signora Rossi di Schio, Mons. Gasparini e proprio Alberti, per non consentire il voto per l’azione di responsabilità verso la precedente presidenza di Gianni Zonin, non è stato un bel messaggio e ci si chiede se esista ancora all’interno del prossimo CdA, seppur parzialmente, un analogo atteggiamento. Sappiamo dalla parole del Vescovo mons. Beniamino Pizziol tramite VicenzaPiu.com che la sua indicazione al proprio rappresentante è quella di un voto positivo. Ma rimane l’interrogativo in relazione al voto della consigliera Giovanna Rossi di Schio. La sua scelta di abbandonare la seduta di maggio è stata esternata con chiarezza e, seppur le motivazioni non siano apparse molto convincenti, è un suo diritto esprimere il suo pensiero (se questo è quello del Fai che lei rappresenta, ndr) come meglio ritiene. Però vi è la sensibilità di una intera comunità che non può essere ignorata. Ero e sono ancora convinto che si dovrebbe rivedere l’impianto totale della fondazione e anzitutto riportare all’originale il testo della mission così come l’aveva pensata e scritta il Marchese Giuseppe Boso Roi (nella foto). Il farlo sarebbe almeno un tentativo di scusarsi con la sua memoria per una alterazione dello statuto avvenuta dopo la sua dipartita che ne ha intaccato lo spirito e forse anche la sostanza. Ritengo anche che si debba rivedere, e sarebbe bene farlo in tempi rapidi, la scelta delle istituzioni che esprimono i tre membri iniziali. Non mi risulta affatto che nello statuto originale siano anche solo nominati. Mentre il soggetto principale è, e rimane, il Comune di Vicenza. Credo che sarebbe cosa assai più in armonia con il pensiero di Boso Roi che fosse magari proprio il Consiglio Comunale nella sua autorevolezza a svolgere questo compito.