Le partite più importanti del momento si giocano lontano dal quotidiano dei cittadini, che si limitano a subire passivamente gli effetti ultimi di incontrollabili giochi di potere, per l’affermazione o la conservazione della posizione di supremazia di alcuni Stati.
In tempo di massima fragilità, non basta un Governo in grado di interpretare i bisogni del Popolo.
Servono anche credibilità e stabilità a livello internazionale. È fondamentale contrastare il rischio di manovre di speculazione al contrario, capaci di scoraggiare gli investitori e di acuire il differenziale tra le quotazioni dei BTp e buoni ordinari del tesoro rispetto a quelli tedeschi. La crescita dello spread è un assillo per ogni Governo, strumentalmente utilizzata anche dalla stampa e dai media per creare pressione e alimentare le tensioni. La perdita di controllo assoluto sul proprio bilancio interno, tra l’altro, mortifica la libertà di azione.
Governare è opera difficilissima. Lo è oggi più di ieri.
Non stupisce se obiettivi chiave come equità sociale, superamento della zavorra burocratica, seria, strutturata e non frammentaria riforma della Giustizia, revisione del Sistema Sanitario Nazionale e nuovo sistema fiscale non siano centrati. E forse non rientrino più neppure tra le priorità.
È necessario mettere il Governo nelle condizioni di lavorare con continuità.
Utile potrebbe essere riflettere sull’opportunità di ristabilire l’immunità parlamentare, in reazione al giustizialismo dilagante, che poco ha a che vedere con la vera giustizia. In tante occasioni è capitato di veder usare il mezzo giudiziario come arma per colpire il politico di turno più in evidenza, anche in momenti molto delicati della vita politica italiana. Non vuol dire creare privilegi e sottrarre qualcuno alla responsabilità penale. Vuol dire soltanto scongiurare quella fase deleteria della condanna mediatica o del sospetto, senza comunque impedire alla magistratura di svolgere legittimamente le proprie indagini.
Governare tra logiche speculative sommerse, pericoli d’indagine continui, sommosse popolari organizzate soltanto per far rumore, su problemi non essenziali, non è semplice.
Per governare bene è indispensabile l’apporto collaborativo dei cittadini.
Hobbes era scettico sulla possibilità di realizzare una vita piacevole per le vie della politica. La politica serve, piuttosto, per consentire di realizzare una vita piacevole in autonomia. I sovrani, o gli uomini di comando, non sono in grado di rendere felice la gente, ma non si può essere felici senza un sovrano, senza una guida. La realizzazione personale ha bisogno della politica, ma non è una istanza politica. Per questo pensiero, Hobbes fu tra i primi a essere considerato un liberale nel senso del modello classico europeo.
Una visione politica moderna.
Lo Stato e i cittadini sono chiamati a leale collaborazione. Lo Stato è essenziale per il benessere cittadino quanto il cittadino è fondamentale per il buon funzionamento dello Stato.
Le riforme, quelle vere, hanno un prezzo, in termini di sacrificio. Ciò che non ha prezzo e non comporta sacrificio non è parte del vero cambiamento, è soltanto un rimedio temporaneo e non risolutivo.
Si tende sempre più spesso ad assumere decisioni mirate ad accontentare una certa categoria, di fronte a uno sciopero o a una protesta, nel timore di perdere consensi.
E restano i problemi cronici.
Quello della crisi energetica, ad esempio.
O quello di una società che abbandona il reale per un virtuale congegnato e regolato da colossi che sfuggono al regime vincolistico e di responsabilità che mette in ginocchio l’impresa (anche) italiana, e ricavano profitti stratosferici da un’attività in sé pericolosa. In una sorta di zona franca dal dovere di verità e del rispetto civico.
Sono queste le battaglie che Meritocrazia Italia sceglie di combattere. Studiando e proponendo interventi normativi. Sceglie di fare così la sua parte.
Avere un Governo solido significa avere una popolazione consapevole. E partecipe.
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Fonte: PER UN GOVERNO SOLIDO, UNA POPOLAZIONE CONSAPEVOLE. E PARTECIPE – 9 OTTOBRE 2022