Il gruppo consiliare Per una Grande Vicenza presenta una mozione per impegnare il Comune ad aiutare famiglie e piccole attività contro il caro bollette. L’annuncio è dato dallo stato maggiore del gruppo (Dalla Rosa, Colombara, Marobin e Spiller) scegliendo una location emblematica, l’ingresso di Agsm Aim in contrà Pedemuro San Biagio, per un incontro con la stampa.
Perché proprio davanti al palazzone della storica azienda partecipata dal Comune? Perché i soldi per l’iniziativa a sostegno delle vittime più deboli dell’impennata dei costi per energia elettrica e metano li dovrebbe fornire proprio l’azienda stessa.
Ed infatti il titolo che l’associazione culturale, fondata il 7 maggio e dopo un mese e mezzo trasformatasi in un nuovo gruppo del Consiglio Comunale, ha dato alla mozione è esplicito: “I soldi delle bollette tornino nelle tasche dei vicentini in difficoltà”.
Il meccanismo lo spiega Otello Dalla Rosa: “Agsm Aim ha presentato una semestrale con utili monstre. L’anno scorso erano ammontati a 75 milioni e la stima per il 2022 è di un aumento di quasi il 50 per cento. È un margine enorme rapportata a ricavi di 160 milioni, roba da Louis Vuitton. In questo esercizio si prevede la generazione di un extra profitto di 20-25 milioni ed è da questo che noi proponiamo di ricavare le risorse.”
Attingendo a questa fonte, per Grande Vicenza si potrebbe creare un fondo dedicato all’emergenza, destinato alle famiglie ed alle attività economiche, cui accedere attraverso graduatoria.
“La legge – precisa Dalla Rosa – consente a una società pubblica di distribuire anticipatamente, e cioè prima della fine dell’esercizio, degli acconti sugli utili nel limite della misura di quelli dell’esercizio precedente. L’operazione che proponiamo è quindi possibile sia sotto il profilo economico-gestionale che normativo.”
Non è tutto così semplice, però. Perché la multiutility Agsm Aim è il risultato di una fusione fra le municipalizzate di Verona e Vicenza. Non solo: la governance della azienda è squilibrata a vantaggio della sponda atesina.
Il Comune a Verona, poi, è ora a maggioranza centro sinistra, a Vicenza amministra invece il centro destra. Per realizzare, quindi, il progetto proposto da Grande Vicenza i due soci di riferimento dovrebbero parlarsi e intendersi, cosa già non facile quando a Verona c’era Sboarina, figurati adesso che c’è Tommasi.
“Il sindaco Rucco – polemizza Raffaele Colombara – ha fatto ben poco per fronteggiare una emergenza che si prospettava già da tempo. Fin da dicembre 2021 abbiamo sollecitato questa amministrazione a presentare un piano di interventi per far fronte al rincaro delle bollette. E abbiamo anche presentato una serie di proposte come quella che il Comune integrasse il fondo di solidarietà per le famiglie o quella di destinare, attraverso una variazione di bilancio, tutti gli extra dividendi di AGSM AIM al sostegno di cittadini in difficoltà ed alle attività economiche rimaste escluse dagli aiuti.”
Nella sua mozione, Per una Grande Vicenza chiede al Comune di finanziare un capitolo di bilancio destinato all’emergenza bollette attraverso i proventi degli utili di AGSM AIM, di aprire una graduatoria comunale a cui i cittadini possono iscriversi su base ISEE, di attivare i servizi sociali e creare convenzioni con tutti i soggetti che operano nell’assistenza, di aprire una graduatoria delle attività economiche, in particolare micro e piccole imprese energivore, di attivare una task force per definire piani di risparmio energetico, investimenti su fonti rinnovabili, avvio e coordinamento delle comunità energetiche.
Come ammettono, però, gli stessi esponenti del gruppo consiliare, la distribuzione degli extra profitti di Agsm Aim andrebbe a coprire le bollette emesse da febbraio 2023. La soluzione prospettata da Grande Vicenza, quindi, non copre le insolvenze già in essere e quelle che senz’altro (e ancor di più) ci saranno in autunno e nei primi mesi invernali. La soluzione potrebbe essere una moratoria dei decreti ingiuntivi e dei pignoramenti, sulla falsariga di quella degli sfratti decisa dal Governo per la pandemia.