“Non tutti i mali vengono per nuocere” recita il proverbio e, infatti, per circa due anni la terribile pandemia ha ridotto notevolmente il volume d’affari legato ai viaggi all’estero per gli italiani, i quali hanno ripiegato verso mete regionali, fintanto che gli spostamenti interregionali erano vietati dalla palette cromatica, ma, appena hanno potuto, è partita la scoperta di tutti quei borghi storici che l’Italia può vantare in virtù della sua storia. E così anche noi, da due anni a questa parte, abbiamo deciso di intraprendere un viaggio alla scoperta di noi stessi, della nostra storia, della nostra cultura “sacra e secolare”, della nostra tradizione enogastronomica, scoprendo alcune delle bellissime Perle d’Italia che costellano il nostro Bel Paese, a partire dalla Tuscia con Civita di Bagnoregio e Celleno.
Abbiamo deciso, dunque, di cominciare dal centro dell’Italia, dalla Tuscia romana, corrispondente a quella zona situata nella provincia di Viterbo che, all’interno della macroarea dell’Etruria, si distingue dalla Tuscia ducale, grossomodo corrispondente all’Umbria e dalla Tuscia longobarda, vagamente sovrapposta all’attuale Toscana.
Civita di Bagnoregio (VT), “Il paese che muore”
La prima “perla” da scoprire in questa bellissima zona piena di vigneti e ulivi è sicuramente Civita di Bagnoregio, situata a circa 30 km a nord di Viterbo: una vera perla naturalistica, architettonica e storica, non a caso set cinematografico di diversi film di successo. Si tratta di un borgo quasi disabitato, infatti Civita conta solo undici abitanti attualmente e oltre ad essere classificato tra i borghi più belli d’Italia, è stato definito “Il paese che muore”, anche se, in realtà, pullula di turisti che arrivano da tutto il mondo per visitare questa incredibile cittadina arroccata sul monte.
A ben vedere, Civita è solo una frazione di Bagnoregio, il paese natale del filosofo platonico e teologo francescano del 1200 San Bonaventura, amico dell’altro noto filosofo e teologo del suo tempo, San Tommaso d’Aquino, sebbene quest’ultimo fosse di vedute diverse, dal momento che era domenicano e aristotelico, un vero concorrente nelle dispute tra colossi del pensiero di quel tempo!
A Civita si accede per mezzo di un ponte pedonale in cemento armato, costruito nel 1965
perché il passaggio precedente risulta franato. Spesso il ponte è sferzato dal vento, considerato che il borghetto si trova nel mezzo di una vallata di formazioni argillose e tufacee, peraltro davvero spettacolari, soggette ad erosione e frane, detta, appunto “Valle dei calanchi”.
Tutta la cittadina è di epoca etrusca, infatti si possono visitare le caratteristiche grotte che fungevano da abitazioni, insieme a rupi che oggi custodiscono preziose necropoli risalenti proprio all’età etrusca. Il resto del borghetto è disseminato da vicoli e abitazioni di periodo medievale e rinascimentale, mentre nella piazza centrale, Piazza San Donato, si affacciano, come in ogni paese italiano, palazzi del potere e strutture religiose. Accanto al Palazzo Alemanni, infatti, si trova la Chiesa di San Donato e la casa di San Bonaventura, che merita una visita, ma dopo ci si può anche fermare per un bicchiere di vino, magari anche un Colli Etruschi Viterbesi o Tuscia DOC nel caratteristico winebar in piazzetta e poi si riparte!
Celleno (VT), “Il borgo fantasma”
La seconda tappa da non perdere assolutamente nella Tuscia romana è il borgo di Celleno, detto anche “Il borgo fantasma”, che si trova una decina di km a sud di Bagnoregio. Ciò che desta particolare interesse artistico è il Castello di Celleno, un castello fortificato, delimitato da un lato dalla porta di accesso e dall’altro da un pendio naturale completamente disabitato.
In seguito ad un terremoto che ebbe proprio a Celleno il suo epicentro nel 1931, l’insediamento originario si è andato progressivamente sgretolando, anche a causa della formazione tufacea dei suoi terreni, per cui è stato definitivamente abbandonato sin dagli anni ‘50 del 1900, diventando meta turistica, anche se un po’ oscurata dalla bellezza di Civita.