Dall’ex Q8 di Borgo Berga, ai distributori dismessi di Viale Margherita e Porta S. Croce – scrive nella sua interrogazione che pubblichiamo Ciro Asproso, consigliere comunale di Coalizione Civica Vicenza -, il Comune di Vicenza non ha mai brillato per lungimiranza sul futuro di aree spesso strategiche e sulle quale avrebbe potuto esercitare una sorta di diritto di prelazione, riguardo alle future destinazioni urbanistiche. Qui però si rischia di passare la misura concedendo di costruire in una Zona assoggettata a PUA, attualmente ad uso agricolo e non ricompresa nell’ambito del tessuto consolidato.
Un caso di chiara competenza del Consiglio comunale – qualora si volesse approvare il relativo Piano Urbanistico – che invece, sta passando sotto silenzio come un banalissimo Atto dovuto di pertinenza dell’Edilizia privata. Ma procediamo con ordine.
La società “Villa Service Srl” presenta una richiesta di permesso a costruire in data 15.5.2017 per localizzare un impianto di distribuzione carburanti, in Strada di Bertesina, all’interno di una Zona classificata C32 (residenziale di espansione assoggettata a P.U.A.).
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La superficie di progetto è di mq 4.826, mentre la Società presenta un titolo di disponibilità limitato a mq 3.000. Successivamente, e solo in data 14.11.2017, Villa Service integra la suddetta istanza con altro preliminare di acquisto di un’area della superficie di mq. 5.788. Pertanto, al momento della presentazione mancava un elemento essenziale richiesto dalla normativa vigente, ossia il titolo di disponibilità dell’intera area. Se ne deduce che la domanda non si sottragga alla Legge Regionale 14/2017 che, al di fuori degli ambiti di urbanizzazione consolidata, non ammette consumo di suolo e che all’epoca della valutazione di conformità il progetto non fosse urbanisticamente conforme, in quanto la documentazione era incompleta.
Ad ogni modo, gli Uffici del Comune richiedono un parere alla Regione in data 8.1.2018 per sapere se: “in zona territoriale omogenea di tipo C si possano realizzare impianti di distributore di carburanti tramite edificazione diretta o se questo richieda una variazione dello strumento urbanistico attuativo o generale”. Peraltro, nella stessa missiva si ammette che: “l’inserimento di impianti di questa natura potrebbe compromettere previsioni pianificatorie comunali con particolare riferimento alle infrastrutture di pubblico interesse” e che “l’area non risulta ricompresa nell’ambito del tessuto consolidato”. Dalla Regione non perviene alcuna risposta, ma la cosa non mi stupisce affatto dato che il parere sarebbe pleonastico e quindi superfluo.
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Infatti, cosa prevede lo strumento attuativo per l’area in esame? Essa è assoggettata alla disciplina degli artt. 38 e 56:
- Per l’art. 38, il ricorso al PUA trova giustificazione con l’obiettivo del PI di “integrare dette aree nel contesto urbano in cui si collocano anche risolvendo, attraverso la loro urbanizzazione, eventuali carenze funzionali dei vicini insediamenti” e, nel caso specifico anche con la realizzazione del 20% di ERP e l’acquisizione minima di 135.200mq (50% di ST) da destinarsi a servizi. Come a dire che senza un PUA il distributore non può essere insediato.
- Per l’art. 56, “sarà possibile realizzare esclusivamente gli interventi edilizi fino alla ristrutturazione senza demolizione e gli interventi di nuova edificazione previsti in applicazione dell’art. 61 delle presenti NTO solo atti a soddisfare le esigenze abitative in caso di gravi e certificate situazioni famigliari”.
Il Piano quindi, per tali ambiti, non si è limitato a riconoscerne il carattere agricolo ma ha introdotto una sorta di norma di salvaguardia finalizzata a preservarne l’integrità. La realizzazione del distributore non è pertanto ammissibile in quanto contrastante con l’obiettivo della norma di Piano.
Oltre agli aspetti urbanistici, vi sono altri aspetti di carattere edilizio alquanto problematici:
1) Nel PAT l’area interessata insiste nel tracciato di viabilità di progetto (artt. 48, 49). Come affermato dal Direttore del Settore Urbanistica, Dott. Guarti.
2) Manca la documentazione relativa all’impatto dell’inquinamento acustico. (art. 8 Legge n. 447/95)
3) Manca la documentazione relativa alla verifica dell’inquinamento luminoso, quando la Legge prescrive espressamente un progetto illuminotecnico.
4) Manca il rispetto dei vincoli previsti dall’art. 45 della DGR del Veneto 497/05 sugli accessi agli impianti di distribuzione carburanti.
5) Manca il nulla osta del Consorzio di Bonifica per il tombinamento dello scolo stradale.
6) E’ prevista la realizzazione di un impianto GPL e uno di GNL (gas metano liquido) che consiste in un serbatoio criogenico fuori terra alto 15 metri, non lontano dalle residenze.
Tutto ciò Visto e Considerato CHIEDO al Sindaco e all’Assessore competente:
– Di effettuare una sollecita e approfondita ricognizione sul caso in questione, onde fare luce su tutti gli aspetti da me evidenziati e su ogni altro elemento d’interesse specifico.
– Di spiegarci come sia possibile tenere all’oscuro il Consiglio comunale in un caso di tale portata.
– Di chiarire le intenzioni di questa Amministrazione in merito alla Legge Regionale 14/17 sul consumo di suolo, e circa il rispetto delle previsioni di Piano.
– Di impegnarsi fattivamente, con il coinvolgimento diretto del Consiglio comunale, affinché si faccia finalmente chiarezza sui parametri interpretativi adottati dagli Uffici nell’esame delle concessioni edilizie.
Ciro Asproso, consigliere comunale di Coalizione Civica