Perseguitati dal nazifascismo, scoperta a San Biagio la lapide in memoria dei deportati

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E’ stata scoperta oggi sul muro delle ex carceri di San Biagio la lapide in memoria dei perseguitati vicentini dal nazifascismo. La breve cerimonia è stata organizzata nel giorno in cui Vicenza ricorderà d’ora in avanti la tragica partenza di 77 uomini e donne per Mauthausen. Si trattava di prigionieri politici, tra cui il Giusto fra le Nazioni Torquato Fraccon e Franco Fraccon. Soltanto in quattro fecero ritorno a casa.

Questa mattina a San Biagio erano presenti il vicesindaco del Comune di Vicenza Matteo Tosetto con il capo di gabinetto Luca Milani, la direttrice dell’Istrevi, Istituto storico per la Resistenza, Marina Cenzon, il presidente dell’Accademia Olimpica Gaetano Thiene per ricordare l’accademico e partigiano Luigi Massignan, sopravvissuto a Mauthausen e di recente scomparso, il presidente vicentino dell’Anei, Associazione nazionale ex internati, Roberto Benetti, il presidente vicentino dell’Anpi, Associazione nazionale partigiani d’Italia, Roberto Pellizzaro e il presidente vicentino dell’Avl, Associazione volontari della libertà, Francesco Binotto.

“Con lo scoprimento di questa lapide – ricorda il vicesindaco Matteo Tosetto – completiamo l’attuazione di quanto previsto dalla mozione approvata dal consiglio comunale del 20 luglio 2017 per ricordare le persecuzioni nazifasciste. Questa cerimonia d’ora in avanti sarà un appuntamento fisso per Vicenza. Quest’anno, a causa delle normative anticontagio, erano presenti soltanto alcuni rappresentanti istituzionali e delle associazioni legate a quegli eventi. L’auspicio è che dall’anno prossimo possano partecipare anche gli studenti, a cui abbiamo il dovere di trasmettere la memoria di quei fatti tragici e i valori a cui si ispira la nostra città, medaglia d’oro per la Resistenza”.

Questo il testo della lapide: “In memoria dei prigionieri politici che nel carcere di San Biagio furono rinchiusi e torturati e di coloro che da qui furono deportati nei campi di sterminio nazisti”, con la citazione di Neri Pozza. “Olà, chi siete ombre affettuose che portate stendardi di rivolta come sacri gigli? Conoscete Antonio, Franco, Michele, Carlo, Torquato…”.

Altre due lapidi, sempre su indicazione del consiglio comunale, sono state scoperte a giugno sui muri esterni del giardino del Teatro Olimpico, in ricordo delle famiglie ebree che vi furono rinchiuse prima di essere deportate ad Auschwitz, e dell’ex caserma della Guardia nazionale repubblicana a San Michele, luogo di detenzione e tortura dei prigionieri politici antifascisti.

Tutte portano la data simbolica del 27 gennaio 2020, Giornata della Memoria.

I luoghi in cui collocare le lapidi sono stati individuati attingendo a fonti memorialistiche sulla vita di partigiani vicentini, in collaborazione con l’Istituto storico per la Resistenza (Istrevi), le associazioni partigiane Anpi e Avl e l’associazione degli ex deportati Aned di Vicenza.

Proseguono, nel frattempo, le procedure promosse dal consiglio comunale per la posa delle pietre d’inciampo realizzate esclusivamente dall’artista tedesco Guntwer Demnig. In tutta Europa la posa delle pietre ha subito una battuta di arresto a causa dell’emergenza Coronavirus. A Vicenza la prima pietra d’inciampo sarà dedicata ai coniugi ebrei Orvieto, proprietari di una nota merceria in centro città e deportati nel campo di sterminio di Auschwitz, dal quale non fecero mai ritorno. In questi mesi Comune e Istrevi hanno raccolto la documentazione necessaria per sottoporre all’artista i nominativi di altre persone a cui intitolare nuove pietre d’inciampo.