Pervasiva mala gestio della BPVi, i dipendenti contro banca e Bankitalia: “non sapevamo nulla e comprammo anche noi le azioni”

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Manifestazione dei dipendenti della Bpvi
Manifestazione dei dipendenti della Bpvi

Emanuele Gatti, l’ispettore a capo del team tardivo (2015) della Bce ma anche dirigente di via Nazionale, nella sua deposizione del 26 settembre scorso definì “pervasiva” la mala gestio della BPVi e noi lo abbiamo ricordato più volte, finanche il 12 dicembre scorso riferendo del famigerato modulo “handi” della banca (“era per i vertici ed così semplice che l’avrebbero capito anche degli handicappati”, spiegò scusandosi per l’accostamento di pessimo gusto e poco opportuno il teste Sandro Re).

«La meraviglia (e, speriamo, lo sdegno) – abbiamo scritto – del collegio e del pm Salvadori, che stava interrogando Sandro Re, si è diffuso in aula. Tutta o quasi tutta non lo sappiamo perché in quel momento, stupiti e indignati come ci siamo scoperti per la denominazione di quel modulo, non abbiamo rivolto lo sguardo verso gli imputati presenti, alcuni in primis, né potevamo rivolgerlo verso le centinaia di assenti ma corresponsabili perché il fenomeno della mala gestio, Emanuele Gatti dixit, era pervasivo “dai vertici ai cassieri…“. 

Se noi precisammo che quel «dai vertici di Banca d’Italia ai cassieri della Popolare vicentina» per noi includeva «ino a gran parte della comunità politica e dirigenziale locale, dalla procura di allora fino ai professionisti, anche forensi, e (im)prenditori di allora e… ora».

Ci scrive, sulla “questione cassieri” uno di loro, che spesso ci invia le sue riflessioni, spesso più che utili, e ne riportiamo la testimonianza citandolo con le sole iniziali P.M.

«Tirare in ballo i cassieri della Popolare di Vicenza nella corresponsabilità con i vertici aziendali, mi sembra una caduta di stile. Ma pensa un po’ questi cassieri, oltre a fare versamenti e prelevamenti, bonifici, pagare cambiali e fare polizze auto, dovevano vigilare sugli affidamenti che non vedevano e sugli investimenti di cui non si occupavano… e magari, chissà, fare ispezioni in pausa pranzo! Mi sembra una davvero strana idea di cosa sia una banca».

E P.M. aggiunge:

«Io ero un cassiere di Bpvi. 

Cosa sapevamo noi?  Sapevamo che a tutti veniva chiesto di acquistare azioni, e quindi?

Sapevamo che ai soci di aziende affidate veniva chiesto di diventare soci della banca, e quindi?

I suddetti comportamenti non sono di per se irregolari!

Non possiamo essere tirati in ballo da nessuno perchè noi cassieri (e tutti gli impiegati della banca):

1) non sapevamo che le azioni fossero sopravalutate (anch’io le ho comprate)

2) non sapevamo della reale situazione della banca sui crediti deteriorati

3) non sapevamo delle baciate

4) non sapevamo che il patrimonio di vigilanza non veniva correttamente calcolato e segnalato».

Comprensibile è la reazione di uno dei tantissimi cassieri e dipendenti in buona fede della BPVi, con alcuni dei quali, preoccupati, parlammo più volte e in tempi non sospetti da ex correntisti della Banca Popolare di Vicenza, ma per email ho già ricordato a lui e ora qui evidenzio a tutti che Gatti si riferiva genericamente ai cassieri che incoraggiavano a sottoscrivere azioni i clienti, tra cui sé stessi, bisogna concordare con P.M. e urlarlo all’ispettore, e non imputava a loro omissioni di controllo non dovute, anche se pure i sindacati ebbero a rivoltarsi contro i vertici bancari.

Ma chi punta il dito contro tutti è un esponente di quella Banca d’Italia che, come scrissi anche il 26 settembre, intervenne a dir poco tardivamente e solo col cappello BCE.

Non solo è troppo comodo, come fanno “pervasivamente” ora i vertici di via Nazionale, scaricare tutto sulla pervasività di una mala gestio della BPVi che Bankitalia non poté vedere (è la tesi di Visco, Barbagallo e dei loro collaboratori) e/o non volle vedere e/o non vide a Vicenza e gonfiò altrove, ma è un ulteriore atto di accusa, soprattutto contro chi, Palazzo Koch, avrebbe dovuto vigilare e di cui stiamo documentando sempre di più amnesie e pressioni: “Il Fatto: audio VicenzaPiù con Barbagallo che “spinge” Trinca a fondere Veneto Banca in BPVi prova responsabilità di Bankitalia“.

 

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