Pfas, Arpav: “sostanza emergente prodotta da Miteni, solo parte dei Pfas delle concerie è nei loro scarichi”

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Nel corso della riunione – comunica in una nota Arpa Veneto – della Commissione Ambiente e Salute della Regione del Veneto, tenutasi lunedì a Venezia, sono stati esaminati i dati, comunicati da ARPAV, di una sostanza emergente, l?HFPO-DA ?acido 2,3,3,3-tetrafluoro-2-(eptafluoropropossi)-propanoico?, utilizzata in sostituzione dello PFOA. L?HFPO-DA è legato al recupero di residui di lavorazione della produzione di polimeri fluorurati, attività svolta nello stabilimento dell?azienda MITENI.

La sostanza, sulla cui determinazione ARPAV da tempo era al lavoro, come già anticipato ad alcuni comitati di cittadini nel corso di audizioni avvenute a Palazzo Balbi nelle scorse settimane, è stata rilevata in alcuni punti di monitoraggio delle acque sotterranee negli immediati dintorni dello stabilimento MITENI di Trissino e, in modeste quantità, in alcuni pozzi situati a pochi chilometri a valle dell?insediamento produttivo.

La Commissione ha preso atto che non è interessata la rete acquedottistica e ha chiesto ad ARPAV di monitorarne costantemente la presenza.

La Commissione ha discusso anche delle informazioni, diffuse dalla MITENI, sulle richieste del mercato che collocano nell?ordine 100 t/anno l?impiego di PFAS nel Veneto, rilevando che questi quantitativi sono quelli impiegati e quindi contenuti nei prodotti finiti e che solo parte di essi è rinvenuta negli scarichi delle aziende che li utilizzano.

Un ulteriore argomento all?ordine del giorno ha riguardato gli agricoltori che attualmente utilizzano acque irrigue derivate dal fiume Fratta. Il contenuto di PFAS nelle acque del Fratta si è ampiamente ridotto nel tempo, tuttavia sono allo studio soluzioni migliorative. La Commissione ha preso conoscenza del progetto di una nuova rete di adduzione di acque, direttamente derivate dal canale LEB (Lessinio Euganeo Berico), che potrà fornire acque esenti da PFAS per maggior tranquillità di tutti.