Pfas, Cappelletti (5 Stelle) commenta la risposta del Ministero: “Per il Governo rimangono un problema di serie C”

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“Più o meno una decina di giorni fa arrivava l’allarme di Greenpeace sulla contaminazione dell’acqua potabile lombarda da PFAS, la famiglia di composti ultratossici conosciuti anche come inquinanti eterni.

Così in una nota il deputato del Movimento 5 Stelle in commissione Industria, On. Enrico Cappelletti, commentando la risposta ad una interpellanza al Ministero dell’Ambiente e della sicurezza Energetica.

Sappiamo che la Regione Veneto non ha dato un grande contributo perché si affermasse la verità. Al contrario. Ha minacciato di querela per procurato allarme nei confronti di coloro che l’avrebbero voluta attivare, ha resistito in giudizio perché non intendeva rendere pubblici i dati sulla presenza di PFAS negli alimenti, nonostante ben due sentenze avverse.

Ma è la Forever Pollution Map pubblicata da Le Monde, invece, a farci capire la dimensione della problematica, che non è né regionale né  nazionale, ma continentale, se non addirittura planetaria. Nonostante il nostro Paese sia tra  quelli più esposti a questa grave situazione di inquinamento ambientale, il Governo continua a non porsi il problema e a non fare nulla non solo per bonificare le aree interessate, ma anche per promuovere il disuso e la sostituzione di queste pericolose sostanze tossiche.

Da veneto conosco molto bene purtroppo i connotati del disastro ambientale che ha sconvolto  la regione, oggi zona rossa d’Italia: 300.000 i cittadini che hanno pagato carissima l’esposizione prolungata ai PFAS, con insorgenza di tumori, malattie metaboliche, infertilità  maschile e interferenze con la salute riproduttiva delle donne. La tutela della salute pubblica  deve venire prima di tutto e la dispersione di questi inquinanti chimici eterni deve essere  vietata.

Il Veneto si è attivato tardi e male, se consideriamo che la promessa di Zaia di effettuare migliaia di carotaggi per investigare le dimensioni dell’inquinamento è rimasta lettera morta e la bonifica del sito produttivo, principale fattore di inquinamento regionale, non è di fatto ancor partita.

Da ultimo, nelle more del processo in corso al Tribunale di Vicenza – che peraltro ha preso le mosse dagli esposti del M5S – è emerso che la Regione si sarebbe opposta alla realizzazione di uno studio epidemiologico in collaborazione con l’Istituto Superiore della Sanità.

Per il Governo purtroppo i PFAS rimangono un problema di serie C. Ci auguriamo  solo che quanto accaduto in Veneto non sia vano perché disastri simili non devono più avvenire”.


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