La più importante associazione industriale del territorio colpito dall’inquinamento da PFAS (sostanze perfluoroalchiliche), Confindustria Vicenza, tramite una lettera firmata dal Presidente Luciano Vescovi si sottrae ufficialmente al confronto con i cittadini, i movimenti e le associazioni ambientaliste. È quanto emerge dalla lettera di risposta, inviata lo scorso 6 aprile proprio da Confindustria Vicenza, a tutti i gruppi di genitori residenti nell’area contaminata dai PFAS, i movimenti e tutte le associazioni ambientaliste.
Costoro il mese scorso avevano richiesto, formalmente, un incontro ufficiale a Confindustria Vicenza e al suo Presidente per “discutere le azioni che Confindustria Vicenza intende intraprendere (o ha già intrapreso) al fine di favorire una rapida riconversione industriale di tutti quei processi responsabili dell’inquinamento da PFAS e che promuovano l’adozione di alternative più sicure, in tutte le lavorazioni industriali che utilizzano queste sostanze“.
Di tutte le organizzazioni interpellate nel corso degli ultimi anni da cittadini, movimenti e associazioni ambientaliste, Confindustria Vicenza è la prima a sottrarsi pubblicamente al confronto. Inoltre, la stessa organizzazione rappresentante del mondo industriale vicentino risponde con una lettera priva di elementi concreti e carica di sostantivi come responsabilità, sensibilità, impegno, condivisione, accettazione, consapevolezza che hanno il solo scopo di gettare fumo negli occhi e tenere a debita distanza la più importante associazione di categoria dal problema dei PFAS.
La stessa associazione che, peraltro, potrebbe sollevare una legittima suspicione sul gravissimo episodio di inquinamento avvenuto, principalmente, a causa dell’azienda Miteni. Dalla lettera di risposta di Confindustria emerge, in modo inequivocabile, che la stessa associazione industriale non prende le distanze da chi ha causato il disastro ambientale dell’inquinamento da PFAS ma sceglie la linea di voltare le spalle al territorio e ai cittadini che hanno già pagato, e continueranno a pagare nei prossimi anni, un prezzo altissimo sulla propria salute.
Tutti i cittadini, i movimenti e le associazioni ambientaliste esprimono all’unisono sdegno ed indignazione per l’atteggiamento di Confindustria Vicenza e del suo Presidente che, pur ribadendo la consapevolezza della gravità della situazione nel territorio in cui operano i propri associati, avrebbe già dovuto intraprendere un percorso in cui è parte attiva nella ricerca di soluzioni ambientalmente sostenibili, in primis favorendo una rapida riconversione industriale di tutti quei processi e lavorazioni che utilizzano i PFAS.
Con la lettera di risposta, l’organizzazione rappresentante di riferimento del settore industriale operante nel territorio contaminato elude di fatto l’assunzione di qualsiasi responsabilità per diventare parte attiva nell’affrontare, e risolvere, una devastazione così grande.
Secondo tutti i cittadini, i movimenti e le organizzazioni ambientaliste attive sull’inquinamento da PFAS, Confindustria Vicenza, consapevole del disastro ambientale dei PFAS, avrebbe dovuto già da tempo cogliere l’occasione per progettare un nuovo futuro per l’industria locale, le cui attività dovrebbero svolgersi in piena armonia e nel totale rispetto dell’ambiente e del territorio. Per tale motivo i firmatari della lettera inviata a Confindustria Vicenza, oltre a rinnovare l’invito per un incontro ufficiale, invitano pubblicamente i massimi esponenti dell’associazione industriale, incluso il Presidente Luciano Vescovi, al confronto pubblico il prossimo 22 aprile davanti alla sede della Miteni dove si svolgerà la prima giornata contro i crimini ambientali.
Mamme NoPfas, Greenpeace, Genitori Attivi di Brendola, Legambiente, Ci.L.L.S.A. (Cittadini per il Lavoro, la Legalità, la Salute e l’Ambiente), Alberto Peruffo, Medicina Democratica, Coordinamento Acqua Libera dai PFAS, Comitato vicentino no ecomafie – Acqua Bene Comune Vicenza – ViVerBio Gas Lonigo, Retegas Vicentina, ISDE Vicenza, Ass. Monastero del bene comune di Sezano, Acqua bene comune Verona, Gas Sommacampagna, Gruppo Consumo critico della Val d’Illasi, Legambiente Creazzo, Gruppo Montecchio Maggiore NoPfas