Pfas, consiglieri veneti Pd e Cristina Guarda: “La IARC ha innalzato il livello di cancerogenicità”

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Pfas, è emergenza sanitaria

“La IARC (agenzia internazionale per la ricerca sul cancro) ha diffuso i risultati di una valutazione che stabilisce una volta per tutte che le sostanze perfluoroalchiliche sono cancerogene. Si tratta di una svolta importante perché fino ad oggi veniva persino messa in dubbio la loro pericolosità per la salute”.

La sottolineatura viene dai consiglieri regionali del PD Veneto, Andrea Zanoni, Anna Maria Bigon e Chiara Luisetto. 

“Per il governo del Veneto, dove l’inquinamento da Pfas ha prodotto la contaminazione del sangue di 300 mila persone oltre a danni ambientali che hanno toccato il vicentino, il padovano e il veronese, dal Po fino al mare, è finito ogni alibi. Si mettano subito in campo azioni per l’accelerazione delle bonifiche e per la prevenzione sanitaria, dando anche il via libera all’approvazione di una serie di emendamenti in materia che presenteremo in sede di bilancio”.

“Era risaputo che i Pfas fossero un promotore tumorale molto potente – dichiara invece la Consigliera regionale Cristina Guarda (Europa Verde) – ma ora la International Agency for Research on Cancer – IARC ha innalzato il livello di pericolosità e cancerogenicità di PFOA e PFOS. Non è più possibile minimizzare i rischi che derivano dalla esposizione a queste sostanze.

La prestigiosa rivista medico-scientifica inglese LANCET ha pubblicato, in questi giorni, una importante valutazione condotta da scienziati provenienti da vari Paesi sui livelli di cancerogenicità delle sostanze perfluoroalchiliche. Da questo lavoro emerge un allarmante innalzamento della valutazione del livello di pericolosità dei Pfas. Conseguentemente, il PFOA viene riconosciuto come CERTAMENTE CANCEROGENO, mentre il PFOS: POSSIBILMENTE CANCEROGENO.

Si tratta di una svolta importante perché impedisce ancora una volta di minimizzare e chiudere gli occhi sulla pericolosità di queste sostanze. Alla luce di questo sensibile incremento del rischio sanitario da esposizione, ritengo inaccettabile che nelle zone rosse o arancioni del Veneto si continui a rendere discrezionale e a pagamento l’allacciamento al servizio acquedottistico.

Se l’avvicinamento delle acque esigeva la procedura di emergenza per avviare i lavori di allacciamento a nuove fonti, altrettanto urgente si rivela proteggere tutti i cittadini. Non possiamo sottoporli a sottovalutazioni del rischio talvolta giustificate dalla carenza di risorse a disposizione della salvaguardia della salute dei cittadini.”