Pfas, Cristina Guarda: “l’Olanda ha preso discutibile posizione, il Governo e la Regione non possono tacere”

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Cristina Guarda Consigliera regionale Coordinamento Veneto2020
Cristina Guarda Consigliera regionale Coordinamento Veneto2020

“Mentre dall’Olanda giunge una netta presa di distanze dalle valutazioni formulate dall’EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) sui rischi legati alla presenza di PFOA negli alimenti, in Italia il governo latita con conseguenze che potrebbero essere ancora una volta dolorose per i cittadini, a partire da quelli che già hanno sofferto enormemente in Veneto a causa dell’inquinamento da PFAS”.

A dirlo – in una nota – è la consigliera regionale Cristina Guarda (AMP), in riferimento alla decisione dell’Istituto Olandese per l’Ambiente e la Salute (RIVM) di non seguire le indicazioni EFSA che fissano un valore guida provvisorio per la salute riferito al PFOA 15 volte inferiore a quanto indicato dallo stesso RIVM nel 2016.

L’esponente vicentina vede in una possibile revisione dei valori al rialzo, il “pericolo di esporre ulteriormente le persone ad agenti che si sono già ampiamente rivelati dannosi. Ecco perché ritengo che il governo nazionale, di fronte ad una revisione EFSA in linea con la richiesta della nostra zona contaminata dai pfas, debba tutelare la salute pubblica prestando grande attenzione alla gestione della catena alimentare, dalla produzione alla trasformazione. Invece, purtroppo, non si vedono segnali di interessamento delle istituzioni nazionali e regionali, così come dell’Istituto Superiore di Sanità”.

“Temo molto questo silenzio perché, lo ripeto da mesi, proprio il caso Veneto che ci riguarda, dove si è vissuta la contaminazione più grande cui si possa fare riferimento per i Pfas, potrebbe davvero fare da monito e da modello di gestione e studio del rischio sanitario. Il governo e la Regione – questo l’appello della consigliera Guarda – dunque si attivino, perché l’assenza dell’Italia nella discussione è molto grave e mortifica ancor di più chi, proprio in Veneto, ha già pagato un prezzo molto salato in termini di salute e vivibilità”.