Legambiente ha dato il via alla campagna #liberidaiveleni per il risanamento ambientale e il diritto alla salute nei territori dell’Italia inquinata. In Italia ci sono vertenze ambientali croniche, tuttora irrisolte, ferite “ancora sanguinanti” della Penisola, tra le quali certamente si collocano le falde acquifere inquinate da Pfas, una ferita che coinvolge 300mila persone in 30 comuni di quattro province venete. Per tenere alta l’attenzione sul problema, domenica 25 aprile Legambiente Veneto insieme a numerose associazioni partecipa a tre “Staffette delle acque infrante”. Le “staffette” partiranno da luoghi simbolo di questa contaminazione per portare l’acqua prelevata sin davanti al tribunale di Vicenza per chiedere giustizia per queste acque contaminate: l’iniziativa fa parte della grande mobilitazione indetta dal movimenti e dalle associazioni che in questi anni si sono attivate sulla questione Pfas e che vogliono puntare l’attenzione sull’udienza che si terrà lunedì 26 aprile a Vicenza.
La prima staffetta partirà dallo sbocco del collettore ARICA nel Fiume Fratta a Cologna Veneta, il collettore che raccoglie i reflui dei cinque depuratori della valle conciaria del Chiampo, compreso il depuratore di Trissino a cui era allacciata la Miteni. Collettore che ha contribuito in modo pesantissimo alla diffusione dei pfas nel fiume Fratta e che attraverso l’acqua del fiume contamina i territori a valle dello sbocco sino all’Adriatico e che oltre ai Pfas continua riversare migliaia di tonnellate annue di cloruri solfati e metalli pesanti nelle acque del fiume. La seconda staffetta partirà dal torrente Poscola, il corso d’acqua in cui la Miteni ha riversato scarichi altamente inquinanti e carichi di Pfas sino al 2013.
La terza staffetta partirà dal fiume Retrone nei pressi di Creazzo, un corso d’acqua anch’esso contaminato dai Pfas e testimone di una contaminazione storica che risale sin alla metà degli anni ’70, inquinamento provocato dall’allora Rimar (Ricerche Marzotto) poi diventata Miteni.
“L’iniziativa fa parte della grande mobilitazione indetta dal movimenti e dalle associazioni che in questi anni si sono attivate sulla questione pfas. Mobilitazione che avviene alla vigilia dell’udienza del 26 aprile presso il tribunale di Vicenza, udienza nella quale potrebbero essere rinviati a giudizio gli indagati per quello che possiamo considerare uno tra i più grandi inquinamenti che la storia d’Italia ricordi. Inquinamento che ha coinvolto – e che coinvolge – le acque superficiali e profonde di 4 province venete: Vicenza, Verona, Padova e Rovigo con più di 30 comuni che si sono ritrovati contaminati anche gli acquedotti pubblici. Una situazione che ha spinto la regione Veneto a rifornire questi comuni con nuove fonti acquedottistiche talmente era inquinata la falda da cui questi territori si approvvigionavano” spiega in un comunicato Piergiorgio Boscagin del circolo di Legambiente La perla di Cologna Veneta.
Per la tutela delle acque Legambiente Veneto ha promosso la campagna “Operazione Fiumi – Esplorare per Custodire” che interessa le principali aste fluviali del Veneto e coinvolgerà volontari e cittadini in campionamenti e analisi sulla qualità delle acque, nei monitoraggi morfologici dei principali fiumi e corsi d’acqua del Veneto partendo dalle segnalazioni che i cittadini possono fare da pc e smartphone attraverso il sito di Legambiente Veneto, oppure inviando una mail a sosfiumi@legambienteveneto.it