Pfas, dati 2017 rivelano: negli scarichi Arica meno dell’1% provengono da Miteni, altre le fonti d’inquinamento

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I Pfas a catena lunga e a catena corta presenti nel collettore Arica per oltre il 99% non provengono da Miteni. Lo dicono in modo chiaro i dati pubblicati da Arpav e le analisi fatte allo scarico Miteni dal consorzio di depurazione Viacqua (Alto vicentino servizi). I dati appena pubblicati da Arpav sulla presenza di Pfas nel 2017 al collettore Arica dimostrano una costante presenza di queste sostanze in concentrazioni anche centinaia di volte più elevate rispetto al contributo di Miteni.

E’ la dimostrazione definitiva che oggi e in passato ci sono altre fonti di inquinamento che nulla hanno a che vedere con l’azienda di Trissino.

Come noto Miteni ha smesso di produrre C8 da sette anni ma queste sostanze continuano a essere presenti negli scarichi di Arica: 27 ng per litro di Pfos e 43 ng per litro di Pfoa.

Se si considerano tutti i Pfas, lo scarico Arica misura 692,5 ng per litro e il contributo totale di Miteni è dello 0,89% con 5,98 ng per litro.
Questi dati dimostrano che Miteni è nei fatti del tutto marginale nella diffusione di Pfas.
Anche per i Pfas a catena corta, che Miteni pur produce, il dato è chiarissimo: al collettore Arica Pfba e Pfbs, le due molecole C4, la concentrazione è di 297,5 ng per litro e Miteni contribuisce per il 1,9% con 5,6 ng per litro.

E’ bene ricordare che oltre un anno fa il tribunale Superiore delle acque pubbliche si era pronunciato con una sentenza in cui indicava come affrontare l’emergenza. In quella sentenza aveva identificato non la produzione ma gli utilizzatori dei Pfas come fonte del problema, indicando un cronoprogramma interamente orientato a intervenire su queste aziende.

A fronte di queste evidenze, appare paradossale vi sia ancora oggi chi ritiene Miteni il problema. I fatti dicono che è l’unica azienda del territorio che sta togliendo Pfas dall’ambiente con la bonifica e la depurazione a fronte di numerose imprese che li utilizzano e che sulla base dei dati ora divenuti ufficiali rappresentano oltre il 99% della fonte di contaminazione.

Miteni S.p.A.