Pfas e Miteni, Rifondazione comunista: “produrre senza inquinare si può”

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Noi vogliamo tutelare ambiente e lavoro – scrivono in una nota congiunta Elena Mazzoni, responsabile nazionale ambiente Prc, Paolo Benvegnù, segretario regionale Prc Veneto e il Circolo Prc di Montecchio Maggiore, federazione di Vicenza – e dimostriamo che si può fare: bloccare le produzioni nocive, bonificare, riconvertire. La questione dell’inquinamento da Pfas nelle acque venete sta crescendo a dismisura, dopo anni di silenzio, rotti solo dai comitati, dalle associazioni ambientaliste e da Rifondazione Comunista che, dal 1995, denuncia la situazione di grave inquinamento, e anche recentemente ha continuato a farlo con un’interrogazione presentata dall’europarlamentare Eleonora Forenza. 


Interrogazione a cui la Commissione ha risposto sostenendone le legittime preoccupazioni.

Da pochi giorni, alla lista si è aggiunto un nuovo inquinante, il GenX, e il malessere tra i cittadini aumenta. Anche se presenta bilanci che dimostrerebbero che ha risorse finanziarie limitate, che metterebbero a rischio la continuità aziendale, la Miteni deve provvedere ad una bonifica del territorio e ad una riconversione, perché dietro Miteni c’è il colosso International Chemical Investors SE, società che dirige e coordina una holding lussemburghese che non ha alcun problema di liquidità.

?Chi inquina deve pagare?, è la posizione sostenuta per Rifondazione Comunista dalla responsabile nazionale ambiente Elena Mazzoni, ?non possiamo accettare che, nella logica dell’investimento selvaggio, a rimetterci siano i lavoratori ed i cittadini, di fronte a multinazionali che si intascano tutto il profitto senza operare un’equa redistribuzione, investendo in impianti, migliorie e sicurezza?.

Produrre senza inquinare si può. Diverse aziende, soprattutto dello sportswear, sono già corse ai ripari per ottenere capi impermeabili senza utilizzare i PFOA e i PFOS, come nel caso di Gore Tex, che li ha sostituiti con sostanze a catena più corta. In altri casi si è scelto di aderire a certificazioni, come Oeko Tex, nelle quali si certificata sui tessuti una percentuale di PFAS che è molto al disotto dei limiti dettati dall?Unione Europea.

Monitoreremo la situazione con ancora maggiore tenacia e capillarità. L’acqua è un bene universale, un diritto dei cittadini, così come lo sono la salute e il lavoro.