L’11 gennaio, la Regione Veneto ha finalmente aperto su una delle prime richieste che avevamo avanzato sul tema Pfas e screening e cioè quella di uno screening ematologico Pfas per i residenti nella cosiddetta area arancione, che tocca anche Vicenza: lo si legge nel post sulla pagina Facebook di Raffaele Colombara (consigliere comunale di “Per una Grande Vicenza) a firma sua e di Antonella Zarantonello Bianco (No Pfas), Cristina Guarda (consigliere regionalke EV) e Piegiorgio Boscagin (Legambinete Veneto).
Sarà a pagamento – prosegue il post che pubblchiamo, e su questo la Regione poteva spendere due lire, visto che c’è in ballo la salute veneta, della cui eccellenza tanto si vanta; ci auguriamo in ogni caso serva a capire meglio il disastro PFAS e soprattutto intervenire meglio.
Sono passati ormai dieci anni dalle prime denunce sull’inquinamento da PFAS nelle nostre acque.
Nell’ottobre 2017 avevamo consegnato all’Assessore della Sanità 15.000 firme di cittadini veneti che chiedevano limiti zero per questi inquinanti nelle nostre acque, oltre a nuove condutture.
C’è un processo in corso: fin dal 2015 abbiamo chiesto formalmente che i responsabili paghino per quello che è considerato uno dei più gravi disastri ambientali del nostro paese.
Quello di oggi è un piccolo risultato, che arriva a distanza di anni, ma significativo, dovuto alla tenacia dimostrata da tante parti, associazione, cittadini, amministratori che non hanno mai mollato.
Sempre avanti!