Inaccettabile il subentro di ICIG – scrive Elena Mazzoni, responsabile nazionale ambiente PRC-SE, LA SINISTRA – coinvolta nell’inchiesta sulla contaminazione da Pfas in Veneto, a Miteni Spa. Sono anni che denunciamo lo scandalo Pfas e le responsabilità dell’amministrazione regionale, mesi che chiediamo bonifica, riconversione, equa redistribuzione del capitale. Chi inquina deve pagare!
La Regione Veneto, che dopo anni in cui ha permesso alla Miteni di agire indisturbata, oggi è parte attiva nelle trattative in corso con la ICIG, proprietaria di Miteni Spa, che “sta acquisendo dal fallimento la gestione degli stabilimenti con un atto in corso di perfezionamento”.
Dal 2009, Miteni fa parte del gruppo ICIG, un investitore opportunista che acquista pezzi di grandi conglomerati farmaceutici o chimici che non sono più ritenuti interessanti dai gruppi di origine e che, nel 2009, ha comprato Miteni dal Gruppo Mitsubishi al prezzo simbolico di 1 euro. Negli ultimi dieci anni Miteni Spa ha sempre chiuso il bilancio in perdita riducendo la forza lavoro del 28%, da 176 a 126 dipendenti.
Il gruppo ICIG è a sua volta controllato dalla holding lussemburghese ICI SE (International Chemical Investors) che, alla fine 2016, contava un capitale di 238 milioni di euro. Alla fine del 2016, invece, le risorse finanziarie con cui Miteni Spa avrebbe dovuto far fronte ad eventuali risarcimenti, erano pari ad appena 6,5 milioni di euro. Una cifra modesta se paragonata con i soli costi per il rifacimento degli acquedotti che la Regione Veneto stima in 200 milioni di euro.
Ma la Miteni risolse il problema alla radice: dichiarò fallimento e licenziò i lavoratori.
La Lega si rende complice di operazioni di speculazione economica ai danni di tutta la popolazione della regione, si inchina ancora una volta ad un colosso che prima inquina, poi fallisce, non bonifica, licenzia, se ne va, e poi ritorna cambiando “maschera”, riprende la proprietà garantendo un investimento irrisorio di 1,5 milioni per una caratterizzazione che non serve a nulla. L’area va bonificata ed i danni sono superiori ai 140 milioni di euro.
Se la ICIG non garantisce tutte le condizioni indicate nella lettera indirizzata alla procura della Repubblica, al prefetto di Vicenza e al Giudice delegato per il fallimento della Miteni Spa, la trattativa non deve neppure iniziare.