“Da anni stiamo denunciando, anche con ripetute interrogazioni, che quell’indagine epidemiologica sulla popolazione delle aree del Veneto colpite dai Pfas, andava fatta. Ed ora, come emerge da notizie di stampa, si scopre di una lettera, inviata ad Azienda Zero, dal DG della sanità veneta, nella quale si riconosce l’importanza e l’utilità di questa azione di monitoraggio delle condizioni sanitarie degli abitanti e per cercare eventuali relazioni tra i Pfas ingeriti e l’insorgere di patologie come i tumori. Segno che, a partire da Zaia, ci sono state gravissime omissioni”.
A dirlo i consiglieri regionali del Partito Democratico Veneto, Andrea Zanoni, Chiara Luisetto e Anna Maria Bigon in un comunicato congiunto del Gruppo PD Veneto diffuso anche dal Consiglio regionale del Veneto.
“Nel marzo 2016 il presidente Zaia annunciava addirittura la nascita di una task force di superesperti senza precedenti che, ovviamente, avrebbe dovuto risolvere i problemi: task force sparita dai radar. Nel febbraio 2017, Zaia annunciava poi un piano di caratterizzazione del sito della Miteni con carotaggi a maglia stretta anche nelle aree interne all’impianto Miteni. Risultato? Sui 7.000 carotaggi promessi per la caratterizzazione, ne sono state fatti poco più dell’1% e anche la bonifica viene rimandata alle calende greche.
Il presidente Zaia – aggiungono Zanoni, Luisetto e Bigon – non è mai andato oltre le sparate. È dal 2018, come è stato rivelato nel corso del processo Miteni dal responsabile del Dipartimento di Epidemiologia Ambientale dell’Istituto Superiore di Sanità ISS, nonché consulente dei pubblici ministeri vicentini, Pietro Comba, che doveva essere realizzata questa indagine epidemiologica, il tutto sulla base di un accordo tra ISS e Regione che però è stato tenuto nel cassetto.
Il presidente Zaia, che non risponde ad alcuna interrogazione sulla vicenda, dovrà renderne conto in qualche modo”, concludono i consiglieri.