Fonti di inquinamento da Pfas, un memo e tre domande: “Miteni è il capro espiatorio? Perché? Per chi?”

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Sistema di pompaggio e filtraggio dei Pfas in Miteni
Sistema di pompaggio e filtraggio dei Pfas in Miteni

Il 2 luglio 2018 titolavamo una nota della Miteni “Pfas, Miteni: “nuovo rapporto Ue, migliaia di tonnellate immesse”. Antonio Nardone: “conferma i nostri dati” e il 12 luglio 2018 “Pfas, Miteni: nel 2017 emissioni al depuratore di 80 kg e non produciamo più Pfos dal 2011, ma in Italia importate 255 tonnellate di PFOS“.

Sono dati, direte ed è vero, di parte, ma una domanda ce la facciamo e al giriamo, sicuri che non risponderanno, a chi di dovere tra le autorità regionali e tecniche: al di là delle dichiarazione di fallimento della Miteni, individuata come capro espiatorio di una situazione ben più vasta, se sono documentate dagli enti a cui Miteni nelle sue note faceva preciso riferimento, senza essere smentita, e se, quindi, l’azienda di Trissino, ora fatta fallire, contribuisce (contribuiva) per lo 0,86% all’inquinamento dove finiscono le 240 tonnellate di PFOS e PFOA che vengono importate in Veneto ogni anno utilizzate da 656 industrie della zona, dove li mettono i Pfas loro?“.

Chi risponde? Cosa risponde?

Senza risposte la minaccia dei Pfas alla salute non sarà certo stata azzerata da un decreto del giudice fallimentare che, al momento, azzera l’unica attività di bonifica in atto. Ma, per la salute, altre risposte, oltre quelle della Miteni, ci aspetteremmo.

Ad esempio quelle delle autorità scientifiche del Paese per sapere se all’accusa dell’11 febbraio da parte della stampa locale (quella che gradisce il capro espiatorio?) per cui l’infertilità in Veneto sarebbe cresciuta del 25% “forse anche per colpa anche dei Pfas”  sia corretta la reazione dell’azienda: “Fertilità in Veneto e Pfas: i dati Istat smentiscono di nuovo le fake news. Oggi su alcuni giornali si racconta di una situazione critica nelle zone contaminate da Pfas per la fertilità con un calo importante delle nascite. I dati Istat dicono che per natalità il Veneto è al 7° posto tra le 20 regioni italiane con 7,5 nati per mille abitanti. Prima di lei regioni prevalentemente del Sud: Campania, Sicilia, Calabria, oltre a Lazio, Lombardia e Trentino. Nelle altre 13 regioni si nasce meno che in Veneto. Se poi guardiamo cosa accade per le nascite nella Regione, scopriamo che le province con maggiore presenza di Pfas sono quelle in cui la natalità è più elevata, non più bassa. A Vicenza 7,6 nati ogni 1.000 abitanti, superiore quindi alla media del Veneto che è 7,5 e ben più alta di Venezia, Rovigo e Belluno che sono sotto il 7. I dati sono nei grafici qui sotto….“.

Tasso di natalità nel Veneto
Tasso di natalità nel Veneto

E un’altra presa di posizione delle autorità terze scientifiche sarebbe non opportuna ma obbligatoria se all’accusa apparsa su un altro mezzo web (“Colesterolo alto in 23% residenti zona rossa”) Miteni risponde così: “I dati sul colesterolo del Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute dell’Istituto superiore di sanità: Ipercolesterolemia in Italia
In Italia, secondo i dati raccolti tra il 1998 e il 2002 dal Progetto Cuore, che misura i fattori di rischio cardiovascolare in campioni di popolazione adulta (uomini e donne di età compresa fra 35 e 74 anni), il 21% degli uomini e il 23% delle donne è ipercolesterolemico (ha cioè il valore della colesterolemia totale uguale o superiore a 240 mg/dl, oppure è sotto trattamento specifico), mentre il 37% degli uomini e il 34% delle donne è in una condizione definita border line (colesterolemia totale compresa fra 200 e 239 mg/dl).

Nella popolazione anziana (uomini e donne di età compresa fra 65 e 74 anni), il 24% degli uomini e il 39% delle donne sono ipercolesterolemici; il 36% degli uomini e il 38% delle donne è border line.

Oltre agli anziani, le donne in menopausa (età media 62 anni) costituiscono una classe particolarmente a rischio di ipercolesterolemia: in Italia, il 36% delle donne in menopausa ha il valore della colesterolemia totale uguale o superiore a 240 mg/dl, oppure è sotto trattamento farmacologico specifico, mentre il 38% è in una condizione border line.
Fonte: http://www.epicentro.iss.it/colesterolo/epidemiologia
Il dato della Regione Veneto nel complesso è più alto (25%) di quello della zona rossa: http://www.epicentro.iss.it/passi/dati/cardiovascolare.asp

Allora Regione Veneto ed enti preposti rispondete

  • è vero che, chiusa la Miteni, rimangono in zona inquinatori per il 99.14% del totale?
  • è vera o falsa la notizia sul decremento di natalità in Veneto addebitato ai Pfas Miteni?
  • è vera o falso il dato sull’aumento di colesterolo per la stessa causa?

E, infine, le altre due domande fondamentali:

  • perché e per chi non si fa chiarezza?