“La barriera idraulica messa in atto da Miteni nel 2013 non ha mai funzionato, inoltre la società non ha preso ulteriori misure efficaci per il contenimento dell’inquinamento fino al 2021 ” – si legge nella nota che pubblichiamo a firma di Roberta Polese per Acque Veronesi, Acque del Chiampo, Viacqua e Acquevenete (loro aggiornamenti sul processo Pfas su www.processopfas.it, qui news sul processo Pfas su ViPiu.it, ndr) -.
La rivelazione è di Alessandro Bizzotto, ex responsabile dei Controlli dell’Arpav di Vicenza sentito oggi dalla Corte d’Assise di Vicenza nell’ambito del processo per l’inquinamento da Pfas. Gli imputati sono 15 manager di Miteni spa, Icig e Mitsubishi Corporation, accusati a vario titolo di avvelenamento acque, disastro ambientale innominato, gestione di rifiuti non autorizzata, inquinamento ambientale e reati fallimentari.
Le dichiarazioni di Bizzotto arrivano in risposta alle domande del professor Angelo Merlin che insieme agli avvocati Marco Tonellotto e Vittore d’Acquarone, rappresenta la società idriche Acque del Chiampo, Viacqua, Acque Veronesi e Acquevenete costituitesi parti civili nel processo. “C’è stata una chiara ammissione in merito alla propagazione dell’inquinamento anche oltre le date di cessazione indicate nel capo di imputazione” dichiara l’avvocato Merlin.
Altra dichiarazione rilevante del testimone riguarda le perdite dell’impianto Miteni. “Prima del 2018 nessuno ipotizzava problemi alla tenuta degli impianti, non pensavamo che Miteni avesse delle perdite, lo abbiamo scoperto nel 2018, quando abbiamo trovato GenX in falda, un inquinamento che fino a quel momento avevamo attribuito a rifiuti interrati non individuati”. “Logicamente quello che vale per il Genx può valere anche per Pfas – ha continuato Bizzotto- l’ipotesi della falla nell’impianto Miteni potrebbe spiegare anche l’inquinamento storico, perché i Pfas si utilizzavano nella stessa parte di impianto in cui poi è stato introdotto il GenX”. In merito ai controlli nella falda Bizzotto ha dichiarato: “Quando abbiamo fatto i controlli in falda non potevamo non avvisare Miteni, lo prevede la procedura, al contrario non si avvisa nessuno quando si deve controllare uno scarico industriale”.