Pfas. Miteni coinvolge 500 aziende dell’Alto Vicentino, Greenpeace pressa Regione Veneto e Confindustria Vicenza per analisi globale ma Fracasso e Guarda la “sviano” dalla concia

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Che il distretto della concia che “copre”, anche ambientalmente, con i suoi prodotti tossici Arzignano, Chiampo e aree limitrofe sia potente, anche nel nascondere le proprie responsabilità per l’inquinamento da PFAS scaricandole solo sulla Miteni (“Miteni e Pfas, intervista esclusiva all’Ad Antonio Nardone sull’indagine di Global Market Insights: sono centinaia di aziende dell’alto Vicentino a far esplodere il problema“) lo dimostra chiaramente la responsabile nota di Greenpeace (“Pfas, Greenpeace Italia insiste: Regione Veneto censisca tutte le fonti inquinanti e Confindustria Vicenza si confronti“), che invita la Regione Veneto ad aprire gli occhi a 360° e Confindsutria Vicenza a non nascondersi.


Ma se ci fossero dubbi sulla lobby, legittima per carità, della concia leggete pure di seguito la difesa d’ufficio del distretto da parte dei  consiglieri regionali Stefano Fracasso, di Arzignano, e Cristina Guarda, che opera a Lonigo dove, di certo, non mancano concerie e tintorie di cuoio e pelli.

Noi non siamo né con Confindustria Vicenza che chiude gli occhi su una sua sezione, non a caso autonoma, né con Fracasso e Guarda che puntano il tiro solo contro la Miteni assolvendo, salvo qualche capriola di moderata condanna, la concia (si leggano gli articoli preoccupati al riguardo, questo di Panorama ad esempio) ma siamo d’accordo con Greepeace che vuole allargare il fronte per un intervento globale e risolutivo e non solo parziale per salvare qualcuno (500 aziende dell’Alto Vicentino) e condannare solo la Miteni ma, soprattutto, le migliaia di cittadini che, se fosse comprovato quanto denunciato dalla ricerca di Global Marketing Insight, avrebbero l’illusione di veder risolto il problema (da chi? Chi, da solo, disinquinerà?) per poi ritrovarsi aumentati nel sangue i valori di Pfas che altri continuerebbero ad immettere.

Il direttore

 

 

Pfas – Fracasso (PD) e Guarda (AMP): “Miteni diffonde ricerca: ricostruzione ridicola, l’azienda la smetta con lo scaricabarile” 

“Miteni gioca allo scaricabarile ed esibisce una ricerca al solo scopo di sollevarsi dalle proprie responsabilità puntando l’indice su altri. Siamo di fronte ad una ricostruzione ridicola: Miteni pensa davvero che siccome i Pfas sono ampiamente utilizzati nella zona allora le colpe devono essere distribuite equamente?”. Ad affermarlo, tramite una nota, il Capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale, Stefano Fracasso, e la Consigliera Cristina Guarda (AMP), alla luce della ricerca di Global Marketing Insight sul mercato dei Pfas in Italia diffusa da Miteni Spa. “Il punto vero – attacca Fracasso – è che la falda è contaminata ben al di sopra del distretto della concia. È evidente come la concia abbia molti problemi di inquinamento da farsi perdonare e a cui porre rimedio. Ma il tentativo di Miteni di proseguire nello scaricabarile è penoso e irrispettoso di quei cittadini che si ritrovano i Pfas nel sangue perché hanno bevuto le acque prelevate dai pozzi idropotabili, non dal collettore di Arica. Mi auguro da un lato che la magistratura chiuda presto l’indagine: il danno ambientale e sanitario è enorme. Dall’altro che i nuovi acquedotti vengano cantierati rapidamente. Non esistono più alibi. I filtri sono una soluzione necessaria ma temporanea ed i cittadini hanno diritto ad acqua pulita e costi sostenibili”.
Da parte sua, Cristina Guarda evidenzia che “i dati e i documenti che Arpav e il Noe hanno rilevato chiariscono già la situazione ed è inaccettabile che Miteni cerchi di confondere le acque. Auspico quindi che Arpav prenda subito le distanze chiarendo la differenza tra inquinamento di acqua superficiale da quello gravissimo di una falda grande come il lago di Garda di cui Miteni si è resa responsabile. L’azienda pensi piuttosto ad attivare il suo piano di riconversione industriale, annunciato già due anni fa”.