“Sono ormai trascorsi 5 anni dalla comunicazione sulla presenza di Pfas negli acquedotti e dall’identificazione della contaminazione sotto la Miteni. È assurdo pensare che solo oggi, dopo le due caratterizzazioni realizzate, si venga a certificare l’esistenza di un inquinamento riferibile all’attività di Miteni degli ultimi 4 anni. Ora basta: i tempi per una bonifica sono ampiamente maturi e la Regione ha tutti gli strumenti per procedere”. A dirlo, i Consiglieri regionali Cristina Guarda (AMP) e Andrea Zanoni (PD), che oggi hanno presentato una Mozione sul tema.
“È da quasi due anni che sollecitiamo controlli e iniziative cautelative sull’attività dell’azienda, anche attraverso l’applicazione della norma del Piano di Tutela delle Acque, recentemente introdotta da questa giunta, che parla di protezione delle aree di ricarica della falda, come Trissino, con l’immediata rimozione o delocalizzazione dei siti contaminanti o potenzialmente contaminanti. La risposta data all’epoca, anche ai comitati e alle mamme no pfas, dal presidente Zaia, era che Miteni non è attualmente fonte di pressione, ma che l’inquinamento apparteneva al passato. Dichiarazioni che oggi, a seguito delle verifiche della provincia, scopriamo non essere veritiere”.
“Con la mozione presentata oggi assieme al Capogruppo del PD Fracasso – concludono Guarda e Zanoni – chiediamo di applicare immediatamente il Piano di Tutela delle Acque così da consentire, senza ulteriori ritardi e proroghe, l’effettiva bonifica del terreno sottostante il sito Miteni”.