I risultati della ricerca presentata al 330 Congresso di Medicina della riproduzione e comunicati dal dott. Foresta attestano che i PFAS, per la scienza medica, sono degli interferenti endocrini che possono essere responsabili di sterilità nella popolazione maschile esposta. Liberi e Uguali ritiene fondamentale questo risultato, ma ricorda i numerosi medici impegnati nella medicina ambientale che hanno segnalato, ben prima, alle amministrazioni competenti, la pericolosità di queste molecole.E il candidato LeU alla lista plurinominale per il Senato, il dott. Vincenzo Cordiano, ematologo presso l’Ospedale di Valdagno, era in prima linea quando chiedeva indagini epidemiologiche sulla popolazione e sui lavoratori dell’azienda Miteni ed interventi drastici di bonifica dell’area interessata.
Liberi e Uguali ricorda anche il contributo dato dall’ecologismo locale quando, già dagli anni settanta, denunciava con forza la scellerata scelta di permettere l’edificazione di industrie pericolose nella zona dell’Alta Pianura Veneta, caratterizzata da una pianura alluvionale sovrastante una delle più ampie falde d’acqua europee. Voci mai ascoltate che annunciavano in netto anticipo le conseguenze, sul piano della salute, dell’inevitabile inquinamento chimico delle acque a causa della contaminazione dei terreni e del successivo trasporto e rilascio.
Adesso, però, che quanto annunciato si è tristemente avverato con una ampia zona del territorio vicentino interessato dall’inquinamento da PFAS, LeU chiede con forza di accelerare e ampliare gli screening sulla popolazione per individuare i gruppi più colpiti (comprese valutazioni biometriche su neonati e giovani maschi per stabilire se esiste uno scostamento dalle medie e/o rischio di infertilità maschile), chiede di perfezionare gli interventi di depurazione delle acque e di renderli sistematici e non legati all’emergenza; pretende che le operazioni di messa in sicurezza e di caratterizzazione dei siti interessati (Miteni, ma non solo) avvengano nel più breve tempo possibile e che prestissimo si proceda alla progettazione e realizzazione del piano di bonifica, secondo il principio di “chi inquina paga” e che le imprese del settore chimico rendano sicura la loro produzione, interrompendo ogni immissione di inquinanti chimici nell’ambiente. Infine si associa alla richiesta delle associazioni di cittadini che chiedono nuove tubature che portino acqua non inquinata nella zona rossa.
Ma, più in generale, Liberi e Uguali chiede che venga potenziato il servizio regionale di Protezione e Prevenzione ambientale, in quanto negli ultimi anni esso è stato oggetto di pesante riduzione dell’organico tecnico, nonché dei laboratori di analisi locali. LeU ritiene, infatti, che perché un servizio pubblico possa servire il territorio in modo efficace e efficiente, esso debba venire supportato e potenziato in termini di addetti e di risorse economiche, e questo vale in special modo per il servizio sanitario, ma non di meno per l’agenzia ARPAV che ha il compito prevenire, proteggere e mettere in sicurezza una regione fortemente industrializzata.
Beatrice Peruffo (Uninominale per la Camera) Liberi e Uguali