Inquinamento da Pfas, incremento di malattie nei neonati Area Rossa. Il rapporto completo della Regione

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La Direzione Prevenzione dell’Area Sanità e Sociale della Regione del Veneto ha diffuso  una serie di informazioni aggiornate sull’incidenza dell’inquinamento da Pfas sugli esiti materni e neonatali, contenute nell’aggiornamento dello Studio sugli Esiti Materni e Neonatali in Relazione alla Contaminazione da Sostanze Perfluoro Alchiliche, a cura del Registro Nascite – Coordinamento Malattie Rare Regione Veneto.

La Regione del Veneto, nell’ambito della presa in carico della popolazione veneta colpita dall’inquinamento da PFAS, ha fin dall’inizio dedicato un’attenzione particolare alla sfera della salute materno-infantile.

Infatti il Piano di sorveglianza sanitaria approvato con DGR n. 2133/2016 e attualmente in corso di svolgimento prevede la chiamata attiva di un’ampia fascia della popolazione residente nell’Area Rossa, incluse le donne in età fertile. Allo stato attuale, sono già state invitate più di 20.000 donne in età riproduttiva (nate tra il 2002 e il 1970). Com’è noto, il protocollo di sorveglianza prevede, oltre al dosaggio sierico dei PFAS e di vari parametri bioumorali indicativi dello stato di salute, anche la somministrazione di un dettagliato questionario che include specifiche domande sulla salute riproduttiva, volte a rilevare un eventuale stato di gravidanza e la storia di precedenti gravidanze con i relativi esiti.

Inoltre, il recente aggiornamento approvato con DGR n. 691/2018 ha esteso il Piano di sorveglianza sanitaria anche alla popolazione pediatrica di 8-10 anni e ai nuovi 14enni. Ad oggi sono stati invitati già 1.270 bambini nati nel biennio 2008-2009 e 570 ragazzini nati nel 2003. Gli esiti degli esami effettuati su queste prime coorti pediatriche saranno pubblicati nel prossimo report periodico.

Recentemente, inoltre, è stato aggiornato lo studio sugli esiti materni e neonatali già condotto nel 2016 a cura del Registro Nascita – Coordinamento Malattie Rare Regione Veneto, coordinato dalla professoressa Paola Facchin. Lo studio mette a confronto alcuni esiti materno-infantili tra aree a diversa esposizione, basandosi su dati di popolazione con copertura pressoché totale delle donne che hanno avuto un parto residenti nelle aree considerate e dei rispettivi nati.

I risultati ottenuti confermano i dati del rapporto precedente, ossia un incremento di pre-eclampsia, diabete gravidico, di nati con basso peso alla nascita per età gestazionale (SGA), di anomalie congenite al sistema nervoso e di difetti congeniti al cuore nelle aree a maggiore esposizione, sia in termini di rischi relativi grezzi, sia utilizzando analisi multivariate che permettono di valutare il peso dell’area di residenza nel determinare gli esiti sfavorevoli al netto di altri fattori noti. Per gli SGA (nati con basso peso alla nascita), inoltre, è presente un apparente gradiente di rischio che si riduce progressivamente allontanandosi dall’area rossa.

Per alcune di queste patologie sarà necessario effettuare maggiori approfondimenti per consolidare i valori ottenuti, incrociando i dati con altri flussi informativi oppure allungando il periodo di osservazione.

Lo studio condotto mette in evidenza una possibile associazione tra alcuni outcome di salute materno-infantile e la residenza in aree esposte, fornendo risultati compatibili con quanto già emerso dalla letteratura scientifica disponibile. Tuttavia, dato il disegno ecologico dello studio, per approfondire l’esistenza di un nesso causa-effetto sarà necessario integrare i risultati ottenuti con i dati di biomonitoraggio che forniscono informazioni sull’esposizione dei singoli individui.

(L’originale dello Studio sugli esiti materni e neonatali in relazione alla contaminazione da sostanze perfluoroalchiliche (Pfas) – A cura del Registro Nascite – Coordinamento Malattie Rare Regione Veneto)