Pfas, rinvii a giudizio a Vicenza: le reazioni del Pd con Guarda, Zanoni, Realacci, Braga

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Mappa pfas
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“La Regione non perda tempo: dia immediatamente seguito alla mozione approvata in Consiglio il 22 marzo 2016 e predisponga le pratiche per il deposito della richiesta di costituzione di parte civile nel processo contro Miteni”. È il sollecito che proviene dal consigliere regionale del Partito Democratico Andrea Zanoni (vicepresidente della commissione Ambiente) e dalla collega della Lista AMP Cristina Guarda all’indomani della chiusura delle indagini della Procura di Vicenza per il primo filone di inchiesta sui Pfas, che va dal 2005 al 2013, con 13 indagati, responsabili dello stabilimento di Trissino. “Siamo soddisfatti delle richieste di rinvio a giudizio. Adesso bisognerà leggere le carte, senza dimenticare che c’è ancora un secondo filone di indagini in corso che riguarda fatti più recenti, come la questione sul GenX. In questo secondo caso ci auguriamo che vengano ravvisati i reati previsti dalla legge sugli ecoreati approvata nel 2015 dal Governo Renzi, che prevede tra l’altro tempi di prescrizione molto più lunghi. È infatti grazie alla prescrizione che in passato troppi processi per inquinamento ambientale in Italia sono finiti in un nulla di fatto”, aggiungono Zanoni e Guarda. Il consigliere del Partito Democratico, in conclusione, parla poi di soddisfazione personale, viste le tante battaglie portate avanti su questo tema: “Sono stato il primo politico veneto ad occuparsi dell’inquinamento da Pfas nella nostra regione con una mia interrogazione di denuncia alla Commissione Europea depositata il 5 agosto 2013, quando nessuno parlava ancora di emergenza Pfas e i cittadini ne erano all’oscuro – ricorda Zanoni – Ho denunciato il grave caso di inquinamento partecipando  ad importanti conferenze pubbliche sui Pfas già a partire dai primi mesi del 2014 a Legnago, Cologna Veneta e Vicenza organizzate da Isde e dal PD. Dopo tanto tempo i cittadini veneti potranno finalmente avere giustizia, mi auguro che la Regione faccia la propria parte senza indugi. Zaia si affretti per la costituzione di parte civile, eviti un’altra figuraccia come accaduto nel processo sui truffati dalle Popolari venete, quando la richiesta è arrivata fuori tempo massimo”.

“Su vicenda PFAS bene rinvio giudizio Miteni e altri indagati grazie a legge #ecoreati, legge numero 68/2015, a mia prima firma e abbinata alle successive proposte di legge Salvatore Micillo (M5S) e Serena Pellegrino (SEL). Approvata nella passata legislatura a larga maggioranza dal Parlamento”. Lo afferma Ermete Realacci, esponente del PD e già Presidente della VIII Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera nella XVII Legislatura, plaudendo alle indagini della procura di Vicenza e rivendicando la paternità del Partito Democratico del provvedimento a sua prima firma rispetto alle successive proposte di legge M5S e SEL allora forze di opposizione.

“Apprendo con favore – così afferma l’On. Chiara Braga, deputata del PD e capogruppo PD nelle commissioni ambiente ed ecomafie della Camera – della notizia della chiusura delle indagini preliminari sull’inquinamento da Pfas causato dalla Miteni e del relativo rinvio a giudizio di tredici indagati per avvelenamento delle acque e disastro innominato. Come ho avuto modo di dire ai cittadini veneti in più occasioni e come è stato riconosciuto nelle parole dette dalle “mamme no pfas” al ministro Costa – che le ha incontrate il 10 gennaio alla Camera – ogni progresso sulla vicenda Pfas in Veneto è stato sostenuto sempre dal Partito Democratico e dai suoi Esecutivi: in primis mettendo a disposizione nella Finanziaria del 2017 con il Governo Gentiloni i fondi per poter costruire un by-pass idrico per l’approvvigionamento idrico di acqua salubre per i cittadini nelle aree colpite dall’inquinamento in Veneto, in secondo luogo con la legge contro gli ecoreati. Spiace infatti leggere che autorevoli esponenti del Movimento 5 Stelle mentano sapendo di mentire. La legge sugli ecoreati, la legge 68/2015, è una legge del PD, sostenuta nel 2015 da un Governo PD e approvata dal PD a larga maggioranza in Parlamento e frutto di una storica battaglia condotta con le maggiori associazioni ambientaliste in tutta Italia. Proviene dall’AC 342 Realacci, a cui successivamente si è aggiunta poi la proposta successiva dei colleghi Micillo (AC957) e Pellegrino (AC1418) nella passata legislatura. Battaglie ambientali così importanti offuscate da fake news qualificano male solamente chi non dice la verità”.