Pfas, caso Solvay: Rete Ambientalista delusa da M5S: “o perde voti o perde poltrone”

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Pfas Piemonte

Mentre a Vicenza c’è stato il rinvio a 30 novembre del processo Miteni sull’inquinamento da Pfas, in Piemonte l’associazione Rete ambientalista critica fortemente il Movimento 5 Stelle per le posizioni assunte sul caso Solvay. “La Commissione Ecomafie – spiea l’associazione – (Stefano Vignaroli, Massimo Vittorio Berutti – Gruppo Misto, Chiara Braga – PD, Alberto Zolezzi (M5S), è stata omaggiata in Solvay dal dirigente fiancheggiatore leghista a braccetto di Gianfranco Baldi, presidente della Provincia. Costante e discreto il collegamento skype con Bruxelles. Al termine del “sopralluogo” “informale” la spudorata velina aziendale recita: “Abbiamo confermato alla Commissione che il C6O4 non è biopersistente, non è bioaccumulabile, non è mutageno e neppure tossico per la riproduzione. Infine, non vi è alcuna evidenza scientifica che il C6O4 possa presentare un rischio cancerogeno per l’uomo. Inoltre, come confermano i risultati del bio-monitoraggio sui lavoratori, la sorveglianza medica a medio-lungo termine dei dipendenti non indica alcuna correlazione con effetti patologici legati all’esposizione professionale al C6O4 per il sito di Spinetta Marengo”. Chissà (gli atti della Commissione sono secretati) se Vignaroli avrà almeno obiettato che le cartelle cliniche dei lavoratori sono nascoste nei cassetti di Solvay e che la relativa sorveglianza medica per essere minimamente credibile non possa essere sequestrata da un privato”.

“Nel “colloquio informale” Solvay ha soprattutto minacciato una falsità clamorosa: che senza Pfas dovrebbe chiudere mezzo stabilimento: “I due terzi della produzione in termini di volumi dipendono da composti Pfas e rappresentano circa il 60% del nostro fatturato”. Cioè, in questa partita a scacchi nazionale che si sta giocando (sulla pelle della popolazione) sulla scacchiera Solvay ha mosso la pedina regina: il ricatto occupazionale. Cinicamente, perché ai Pfas ci sono alternative (meno remunerative). Come non bastasse, Solvay ha avvertito il Ministero dell’Ambiente con la mossa del cavallo: bada bene anche di ridurre ai minimi termini il risarcimento dovuto allo Stato per la bonifica del disastro ecologico, sentenziato dalla Corte di Cassazione”.

“Lo scacco al re .- conclude il comunicato – sarebbe l’intervento legislativo che fissi limiti zero ai Pfas. Dall’altro lato della scacchiera c’è dunque il ministro Sergio Costa, ovvero da soli i Cinquestelle che anche sul caso Pfas preferiranno perdere voti piuttosto che poltrone?”.

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