Il consigliere regionale del Pd Andrea Zanoni, mai tenero con chi inquina, prima, il 5 luglio, ha puntato con Cristina Guarda il dito contro la Regione Veneto per aver reso nota con tre mesi di ritardo la segnalazione delle istituzioni olandesi sulla presenza GenX, un altro inquinante della famiglia dei Pfas, in rifiuti “lavorati” dalla Miteni; poi, oggi, ha strigliato l’Arpav per la sua giustificazione dei suoi presunti ritardi nel controlli proprio del GenX a causa delle rivelazioni della stampa (“grave incolpare la stampa delle mancate verifiche alla Miteni“). Ma sempre oggi ad aggiungere un senso di ulteriore sfiducia in chi ci governa e negli enti tecnici di controllo arriva un’altra precisazione, bisogna dire, puntuale sempre dell’azienda di Trissino.
Dopo la smentita clamorosa da parte della Miteni delle accuse di Manuel Brusco, Presidente della commissione d’inchiesta sui Pfas e capogruppo del gruppo consiliare veneto del Movimento 5 Stelle ndr), che aveva affermato che l’azienda non si sarebbe presentata in audizione, ci è arrivata oggi, 10 luglio, una sua nuova, ulteriore e più grave, se verificata da chi di dovere, smentita.
Il destinatario, questa volta, è proprio l’Arpav, che, mentre per Zanoni, avrebbe nascosto la sua inefficienza nel caso specifico dei controlli sul GenX dietro il dovere di informazione esercitato dai colleghi de Il Gazzettino, per Miteni avrebbe anche detto il falso sulla cessazione “dolosa” delle sue lavorazioni del materiale col GenX prima che arrivassero le verifiche tecniche.
Se ciò, ripetiamo, fosse vero si rafforzerebbe il dubbio, da tempo scomodo per chi come noi non ha seguito il flusso della moda mono-accusatoria ma non per questo da censurare, che la Miteni sia sì responsabile di parte dell’inquinamento, a cui è altrettando inconfutabile che stia da sola provando a mettere riparo, ma che da tempo sia il parafulmine di un problema ben più ampio di quello ad essa adbebitabile e che solo recentemente stia venendo alla luce grazie al rapporto della Global Market Insights (di parte quando afferma che tonnellate di inquinanti sono sversati dale aziende dell’Alto Vicentino?) e ora anche grazie alla pubblicazione del rapporto sui Pfoa da parte dell’Echa, organismo (di certo non di parte) per la chimica dell’Unione Europa.
Ricordate col beneficio del dubbio, ma col… dubbio crescente che siano credibili, le accuse di Zanoni e Guarda oltre che quelle della “interessata” Miteni, prima di pubblicare l’atto di accusa odierno contro Arpav facciamo una domanda: chi e cosa si sta nascondendo con amministratori pubblici e enti tecnici che fanno a gara a farsi smentire?
In relazione alla notizia della verifica in Miteni sulla linea di produzione dell’ FRD o GenX, la Miteni, quindi, scrive: “vogliamo ricostruire i fatti sulla base delle date e dei documenti. La rigenerazione di FRD o GenX si è svolta negli ultimi due anni complessivamente per sette mesi. In quei sette mesi Arpav è entrata in stabilimento esattamente 47 volte di cui tre volte proprio nel mese di giugno. La lavorazione di FRD ha un termine di legge, ben conosciuto da Arpav, e questo termine scadeva improrogabilmente il 2 luglio. Il giorno 1 luglio è terminata la lavorazione. Il giorno 4 luglio c’è quella che è stata definita una “fuga di notizie”, cioè la lettera del ministero olandese. La lavorazione è dunque già terminata da tre giorni. La diffida con sospensione è arrivata il 6 luglio insieme ad un sopralluogo di Arpav che ha semplicemente constatato che la linea aveva completato il suo ciclo una settimana prima. Pertanto nulla ha fato saltare la verifica di Arpav che ha avuto decine di occasioni di ispezionare la linea di lavorazione che si è conclusa ben prima che uscisse la notizia della lettera del ministero olandese“.
Letto?
Capito perchè ci chiediamo e chiediamo a chi di dovere (non più solo ad Arpav ed ai politici purché non rispondano ora e finalmente con documenti chiari e circostanziati): “a che gioco si sta giocando sulla pelle dei cittadini se pure fosse un gioco scaricare su un colpevole la responsabilità di tutto se poi ci accorgessio, quando e con quali maggiori danni ulteriori?, che così avremmo dato in pasto agli accusatori, come nelle peggiori storie di despistaggio italiane, un assassino qualunque, che tra l’altro sembrerebbe collaborare con la giustizia, senza però impedire mille altri omicidi…?”.
Anche voi, Mamme No Pfas, fate questa domanda!
Voi la potete fare con molta più forza interiore di noi visto che anche i vostri figli potrebbero essere tra i nuovi assassinati mentre pensate che il presunto colpevole sia stato bloccato mentre mille altri si aggirano indisturbati in zona.
A piede libero.