Piano faunistico venatorio, Zanoni (PD): “vietare caccia su proprio terreno è presa in giro”

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Andrea Zanoni, Consigliere regionale del Veneto
Andrea Zanoni, consigliere regionale Pd

“Vietare la caccia sul proprio terreno ma su una superficie non superiore all’1 percento: questa è una vera presa in giro. Le nostre preoccupazioni sul Piano faunistico venatorio si sono rivelate fondate, anzi la realtà è peggiore delle previsioni. È evidente che la Regione stia facendo di tutto per ostacolare quei cittadini che non vogliono le doppiette libere di sparare nei propri fondi. L’aver preteso di calendarizzare adesso questo provvedimento, in fretta e furia, dopo anni e anni di attese e deroghe, è grave e doloso. Avrebbero dovuto portarlo ad aprile per esaminarlo con calma, ma si è preferito il blitz estivo”. Lo denuncia in un comunicato Andrea Zanoni, consigliere regionale del Partito democratico, secondo il quale “il regolamento di attuazione del Piano contiene errori a dir poco grossolani. Per esercitare un diritto sacrosanto, quello di non volere i cacciatori all’interno, i proprietari o conduttori di un fondo dovranno addirittura presentare una relazione tecnica sottoscritta da un professionista, quindi sostenendo dei costi. Spese e burocrazia sono dei disincentivi chiari. Ricordo, ad esempio, che ai cacciatori per gli appostamenti ai colombacci e ungulati (articolo 20 bis della Legge regionale 50/1993), appostamenti precari (art. 20 ter), per gli allevamenti di fauna (art.32) serve una semplice comunicazione, valida anche se scritta su carta non intestata”.

“Per chiedere il divieto nel proprio terreno obbligano invece alla relazione di un tecnico – evidenzia l’esponente Dem – Due pesi e due misure, è gravissimo. Ancora, chi ha un agriturismo o fattoria sociale sarà obbligato ad allegare un documento con il programma delle iniziative calendarizzate durante la stagione venatoria, indicando quelle che potrebbero essere disturbate. Ma soprattutto è indecente quell’1 percento di percentuale massima di terreno che si può negare ai cacciatori”.

“Sono misure assurde e non è un caso che il Piano arrivi in Consiglio regionale ad Agosto, forzando le tappe prima della pausa estiva – sottolinea Zanoni – E’ già successo con tutte le peggiori leggi sulla caccia. È uno strumento strategico ma finora non ritenuto tale dalla Regione, visto che l’attuale è scaduto nel 2012. Adesso però si accelera all’improvviso, per evitare confronto e partecipazione – accusa Andrea Zanoni – Un modo di agire semplicemente indecente”.