Strage di Piazza Fontana, l’ennesimo minuto di silenzio… in 50 anni di silenzi

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Pinelli e Piazza Fontana
Pinelli e Piazza Fontana

Sul sito del Senato si può leggere questa breve nota: “In apertura di seduta, giovedì 12 dicembre, il Presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, ha ricordato la strage di piazza Fontana. L’Aula ha osservato un minuto di silenzio”.

L’ennesimo minuto di silenzio che si accumula a quello che ha imperato per ben 50 anni. Avremmo preferito il clamore della verità per conoscere finalmente chi ha messo le bombe, chi le ha comandate, chi ha coperto gli assassini (esecutori e mandanti), su chi ha deviato le indagini verso gli anarchici.

Avremmo voluto che, finalmente, fosse gridata la verità sulla morte di Giuseppe Pinelli. Vorremmo che fosse data risposta a una semplice domanda: come e perché fu possibile che “cadesse” dal quarto piano della Questura di Milano dove era trattenuto oltre le 48 ore di fermo e, quindi, illegalmente?

Vogliamo sapere quali furono i responsabili di quello che è doveroso riconoscere come l’assassinio di un innocente, colpevole solo di essere anarchico.

Le scuse di qualche Istituzione possono essere accettate ma non possono bastare.

Vogliamo che vengano fatti i nomi degli assassini (vivi o morti che siano).

Vogliamo che si sappia la verità su tutte le connivenze, le coperture, gli aiuti materiali o meno che “servizi deviati” dello Stato hanno fornito agli esecutori di quelle che, giustamente, furono definite Stragi di Stato.

Vogliamo sapere.

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Giorgio Langella
Giorgio Langella è nato il 12 dicembre 1954 a Vicenza. Figlio e nipote di partigiani, ha vissuto l'infanzia tra Cosenza, Catanzaro e Trieste. Nel 1968 il padre Antonio, funzionario di banca, fu trasferito a Lima e lì trascorse l'adolescenza con la famiglia. Nell'ottobre del 1968 un colpo di stato instaurò un governo militare, rivoluzionario e progressista presieduto dal generale Juan Velasco Alvarado. La nazionalizzazione dei pozzi petroliferi (che erano sfruttati da aziende nordamericane), la legge di riforma agraria, la legge di riforma dell'industria, così come il devastante terremoto del maggio 1970, furono tappe fondamentali nella sua formazione umana, ideale e politica. Tornato in Italia, a Padova negli anni della contestazione si iscrisse alla sezione Portello del PCI seguendo una logica evoluzione delle proprie convinzioni ideali. È stato eletto nel consiglio provinciale di Vicenza nel 2002 con la lista del PdCI. È laureato in ingegneria elettronica e lavora nel settore informatico. Sposato e padre di due figlie oggi vive a Creazzo (Vicenza). Ha scritto per Vicenza Papers, la collana di VicenzaPiù, "Marlane Marzotto. Un silenzio soffocante" e ha curato "Quirino Traforti. Il partigiano dei lavoratori". Ha mantenuto i suoi ideali e la passione politica ed è ancora "ostinatamente e coerentemente un militante del PCI" di cui è segretario regionale del Veneto oltre che una cultore della musica e del bello.