Nella quiete di una mattina qualunque, quella di ieri, il mondo di una donna è stato liberato da un incubo che aveva richiesto un coraggio straordinario per essere affrontato. Gli agenti della Polizia di Stato di Vicenza, nella loro continua lotta per garantire giustizia e sicurezza, hanno, infatti, tratto in arresto J. F., un cittadino tunisino di 37 anni, la cui storia criminale lo ha reso pluripregiudicato per reati legati al patrimonio, alla violenza personale, alla ricettazione e allo spaccio di sostanze stupefacenti. Questo arresto è stato la conclusione di una storia che mette in luce i terribili abusi di genere e la resilienza straordinaria di una donna.
Era una giornata come tante, fino a quando, alle 13:20, il telefono di emergenza “113” ha squillato alla Centrale Operativa della Questura. La voce dall’altro capo era quella di una donna che viveva nell’incubo, una donna che temeva non solo per la sua vita, ma anche per quella di suo figlio minorenne. Nel garage, all’interno della sua auto, aveva trovato J. F., l’uomo con cui aveva condiviso una relazione sentimentale e di convivenza per oltre un anno. Ma le cose erano cambiate drasticamente quando J. F. era caduto in una spirale di abuso di sostanze stupefacenti. Questa dipendenza lo aveva spinto a chiedere denaro in modo costante, a picchiarla selvaggiamente e a minacciarla di morte.
Gli agenti della Squadra “Volanti” della Polizia di Stato della Questura di Vicenza sono giunti sul posto prontamente. La donna ha iniziato a raccontare la sua storia di terrore: a partire da marzo dell’anno precedente, questa donna aveva subito continue violenze da parte del suo ex compagno. Dopo aver fatto uso di sostanze stupefacenti, J. F. l’aveva sistematicamente aggredita con violenza fisica e verbale. Le sue aggressioni si erano concentrate principalmente sul volto, dove le infliggeva schiaffi e pugni, lasciando ferite che richiedevano cure mediche. In alcuni casi, i medici avevano diagnosticato “algia a livello di entrambe le labbra in seguito a percosse”.
La donna aveva rivelato che episodi simili si erano ripetuti più volte nel tempo. Tuttavia, aveva scelto di non denunciare le violenze subite per paura di brutali ritorsioni nei confronti suoi e di suo figlio. La situazione era ancora più complicata a causa delle sue patologie invalidanti. Seguendo prescrizioni mediche, assumeva farmaci che la aiutavano a dormire profondamente. Ma questa debolezza era stata sfruttata da J. F., che l’aveva abusata sessualmente senza il suo consenso, sapendo che i farmaci la rendevano incapace di reagire alla sua violenza.
In questa situazione, la donna aveva implorato il suo ex compagno di andarsene e di non tornare mai più. Ma questa supplica aveva ottenuto l’effetto opposto, rendendo la situazione ancora più pericolosa. J. F. non solo continuava a minacciarla, ma approfittava anche di lei finanziariamente, richiedendole denaro per la droga o prendendoselo senza il suo consenso.
L’ultimo episodio, che ha portato all’arresto di J. F., è accaduto la sera del 18 ottobre. Quando la donna era rientrata a casa, aveva trovato il suo ex compagno ad attenderla, urlante e minaccioso. Teneva in mano un manico di scopa e l’aveva inseguita mentre gridava minacce di morte e distruzione. Terrorizzata, la donna era riuscita a chiudersi in una stanza e a chiamare immediatamente le forze dell’ordine. Gli agenti erano arrivati prontamente, rintracciando J. F. poco distante dall’abitazione. Ma in quel momento, la donna aveva scelto di non presentare una denuncia.
Tuttavia, alle 3:15 del giorno successivo, J. F. era tornato all’abitazione della vittima, ancora più aggressivo del solito. Continuava a suonare il campanello e a chiamarla insistentemente, cercando di entrare in casa. Le forze di polizia erano intervenute nuovamente, ma la donna aveva di nuovo scelto di non sporgere denuncia anche se la situazione stava rapidamente deteriorando.
Intorno alle 9:30 dello stesso giorno, la donna aveva nuovamente chiesto aiuto al “113”. Aveva scoperto che J. F. si trovava all’interno della sua auto parcheggiata nel garage e temeva di essere aggredita nuovamente. Questa volta, dopo quanto aveva subito nelle precedenti 24 ore, la donna aveva finalmente deciso di denunciare tutte le violenze subite.
Le sue ferite e le numerose volte in cui aveva richiesto l’intervento delle forze di polizia, unite alla violenza sessuale da lei subita, hanno portato all’arresto di J. F., che dopo essere stato portato negli uffici di polizia, è stato trasferito presso la Casa Circondariale di Vicenza, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
“La violenza di genere, oltre a rappresentare una forma di reato particolarmente odiosa in quanto commessa a danno di vittime spesso non in grado di potersi difendere, rappresenta un grave problema culturale – ha evidenziato il Questore della Provincia di Vicenza Paolo Sartori (qui alcune delle azioni del questore dal suo insediamento nell’incarico ndr) –. La Polizia di Stato rappresenta uno snodo fondamentale di
una rete composta da Istituzioni, Enti locali, Centri antiviolenza ed Associazioni di volontariato, ed è da sempre in prima linea, anche con Progetti specifici, nell’incoraggiare una cultura della parità di genere, dell’uguaglianza e del rispetto delle libertà, con lo scopo di eliminare retaggi culturali e discriminazioni, nonché con l’obiettivo di aiutare le donne a difendersi, a chiedere aiuto ed a denunciare le violenze subite”.