«È chiaro che le sentenze non si commentano, ma si eseguono. Certo che cambiare 3 volte la amministrazione in un anno crea un problema di continuità e di efficienza della macchina amministrativa»: a parlare con noi al telefono del caso Breganze, che in un anno e mezzo ha visto due sindaci, Piera Campana e Manuel Xausa, scalzarsi l’un l’altro per tre volte, è la senatrice leghista Erika Stefani
L’ex ministro valdagnese per gli affari regionali e le autonomie del primo Governo Conte da buon avvocato “rispetta”, quindi, la legge, ma da politica, a nome anche degli colleghi parlamentari vicentini, Silvia Covolo, Germano Racchella ed Erik Pretto, si fa portavoce di «un certo disorientamento nei cittadini che a questo punto vedono i risultati capovolgersi per la diversa lettura di una norma. Ci chiediamo se non sarebbe il caso di passare la parola ai cittadini…»
In particolare è dispiaciuta dell’ultimo cambio l’on. Silvia Covolo, già sindaco di Breganze prima di trasferirsi a palazzo Montecitorio e tornata in giunta a Breganze fino alla decisione del Consiglio di Stato di far “restituire” a Piera Campana la fascia tricolore che Manuel Xausa le aveva tolto grazie a una decisione del Tar del Veneto ora cancellata dal Consiglio di Stato in un susseguirsi di interpretazioni giuridiche che, ci ha detto l’onorevole forzista vicentino Pierantonio Zanettin, anche lui avvocato, «se non fosse tutto vero si potrebbe pensare ad una commedia surreale»
Se Covolo è dispiaciuta, conclude Erika Stefani, «perché aveva avuto modo di mettersi di nuovo e subito a diretto servizio dei cittadini, seguendo la redazione del bilancio ed il bando per i contributi per le imprese che hanno sofferto la crisi a causa del Covid», c’è da chiedersi se un anno e mezzo di cambi di rotta per mano di diversi giudici, rispettosi di norme che li hanno avviluppati prima di emettere con lentezza le loro contrastanti decisioni, abbiano reso un buon servizio alla comunità di Breganze costretta a gincane amministrative che potrebbero averle fatto perdere 18 mesi.