Pietrolungo, il Riesame si esprimerà sul ricorso dei legali del presunto autore del duplice omicidio Fioretto-Begnozzi

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Cold case Fioretto-Begnozzi omicidio Vicenza (foto Francesco Dalla Pozza) Umberto Pietrolungo klinger
A terra a destra il corpo dell'avv. Pierangelo Fioretto, a sinistra quello della moglie Mafalda Begnozzi (foto Francesco Dalla Pozza)

Il ricorso presentato dagli avvocati di Umberto Pietrolungo sarà discusso al Riesame venerdì 28 giugno 2024. L’uomo, 58 anni originario di Cetraro, in provincia di Cosenza, è ritenuto dalla procura della Repubblica di Vicenza, il presunto killer di Pierangelo Fioretto e Mafalda Begnozzi. Secondo le accuse, sarebbe uno dei due sicari che, nel 1991, freddarono la coppia nei pressi della loro abitazione a Vicenza.

I legali del calabrese, ritenuto prossimo al clan di ‘ndrangheta “Muto” di Cetraro, ritengono insussistente il quadro indiziario e contestano la misura cautelare in carcere emessa dal Gip di Vicenza.

A distanza di anni, i recenti sviluppi dell’indagine, lo ricordiamo, basandosi sui progressi della scienza forense in tema di accertamento dei profili del Dna, hanno portato a collegare il codice ritrovato su alcuni reperti del caso vicentino a quelli emersi nel corso di alcuni accertamenti di polizia giudiziaria svolti dalle forze dell’ordine in Calabria e in Liguria, regione dove Pietrolungo ha risieduto a lungo.

Noi riteniamo Pietrolungo l’autore materiale del duplice omicidio aveva detto il procuratore capo di Vicenza, Lino Giorgio Bruno, nel corso di una conferenza stampa affiancato dal sostituto procuratore di Vicenza, Hans Roderich Blattner, il dirigente della squadra Mobile della Polizia di Vicenza, Lorenzo Ortensi, Pamela Franconieri del Servizio Centrale Operativo e componente dell’Unità delitti insoluti (Udi), e Daniela Scimmi della Polizia scientifica.

Come in ogni caso omicidiario – aveva aggiunto – bisogna distinguere tra autore materiale e mandanti, laddove le due qualifiche non coincidano nella stessa persona. Noi riteniamo di avere individuato uno degli autori materiali. In particolare – ha precisato –, l’autore dei colpi esplosi proprio contro la persona del Fioretto e di sua moglie.

Come inquirenti ci sentiamo di escludere che si tratti di un soggetto portatore di un interesse personale proprio, di una causale propria rispetto all’omicidio. C’è un secondo esecutore materiale e l’impegno è identificarlo.

L’ipotesi investigativa è che i due non fossero portatori di questo interesse e quindi si stagliano sulla scena interessi diversi, ulteriori, per i quali tuttavia, salvo che non ci siano contributi attuali, dobbiamo fare riferimento a quelle che erano le acquisizioni di indagine all’epoca e con elevata probabilità agli interessi professionali di Fioretto, soprattutto quelli di maggiore rilievo.

Attenzione, non commettiamo l’errore di ritenere che il clan Muto fosse il mandante. Io non l’ho detto e non è scritto da nessuna parte. Al momento non abbiamo elementi per affermare che il clan Muto possa costituire direttamente o indirettamente un riferimento di causale”.

L’avvocato vicentino Pierangelo Fioretto, 59 anni all’epoca era un professionista molto noto in città. Aveva infatti seguito importanti vicende in materia societaria e fallimentare ed era consulente di importanti aziende che operavano nel territorio vicentino.